Restare con Gesù

Restare con Gesù

Restare con Gesù 640 960 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 22  Agosto 2021 

XXI Domenica del tempo ordinario

(Gv 6,60-69)

Davanti ad una scelta

Scegliere è decidersi di tagliare e di recidere con il passato e prendere posizione, di orientare e dare un senso alla propria esistenza, con tutte le conseguenze che ne verranno. Questo accade in ogni circostanza della vita, non si può lasciare di decidere alla vita stessa, agli eventi, agli imprevisti, al caso o alla fortuna. La scelta va fatta con coraggio, va portata avanti e fortificata, va ridetta, e pensiamo alle scelte decisive, le opzioni fondamentali della vita, come quella di partire e lasciare la propria terra per il lavoro, di sposarsi, la vocazione religiosa, la scelta della fede religiosa, oppure di abbandonare strade di morte, di denunciare le ingiustizie, di mettersi dalla parte della verità. La scelta del quale parliamo è intesa quella che riguarda la vita, dove si decide il proprio futuro. Siamo consapevoli che il contesto attuale non aiuta alle scelte definitive, non  esiste più il per sempre, sarà la fragilità, sarà il venir meno dei valori religiosi e morali, saranno le difficoltà della vita, sta il fatto che una scelta deve compiuta. 

La crisi

Gesù era seguito da un gruppo ampio di discepoli, e ad un certo punto alcuni si defilano, le sue parole sono dure, tanti cessano di seguirlo e il gruppo si fa più ristretto e ascolta le parole del Maestro che per bocca di Pietro proclama la professione di fede: Tu hai parole di vita eterna. Non è un bel momento per Gesù, non scende a compromessi, non si importa del calo dei consensi, non fa proselitismo, non vende un prodotto, e parla ancora a molti cristiani di oggi, alla nostra chiesa, alla nostra fede, a quelli che vivono una religione “fai da te”, dove ognuno si fa il suo vangelo e la sua chiesa, dove molte scelte sono fatte per convenienza e apparenza. Il linguaggio di Gesù è duro e indurisce il cuore di molti dei suoi discepoli che lo abbandonano. Dovremmo imparare molto da Gesù, contro una fede tiepida, senza sconvolgimenti, che non mette in crisi la nostra vita, di chi si crede perfetto, di chi non rivede alcune scelte, dove gli occhi sono chiusi. Si è mescolati in un caos dove non si sa più dove andare, in cui si ha paura di fare una scelta definitiva, ma per il cristiano è importante stare con lui, in silenzio, in preghiera, davanti al tabernacolo. 

“Qui la fede inciampa nel dover accogliere l’immagine di un “Dio al contrario”, di un “inviato divino, un Messia al contrario”, che è fragile, povero, debole e del quale gli uomini possono fare ciò che vogliono… È lo scandalo dell’umanizzazione di Dio, patito lungo i secoli da molti cristiani, (…) e ancora oggi dagli uomini religiosi che accusano di non credere in Dio chi accoglie dal Vangelo il messaggio scandaloso di un Dio fattosi realmente, veramente uomo, carne mortale, in Gesù di Nazaret” (E.B.). Sono scandalizzati, le parole di Gesù sono provocatorie, “mangiare la sua carne e bere il suo sangue”, accettare la sua “passione e morte”, “l’innalzamento sulla croce”, risultano incomprensibili, non accettano l’umanità di Dio, c’è un rifiuto che designa l’appartenenza mediocre e superficiale fino a quel momento di quel gruppo di discepoli. Noi accettiamo l’umanità di Dio? E noi? Come stiamo con Gesù? Come stiamo nella chiesa? Siamo legati ai riti, ai simboli ma non abbiamo mai fatto una scelta decisiva per Cristo, amando il prossimo, aiutando il più debole, soccorrendo i più poveri nel rispetto delle regole del vivere civile?

Ridire sì

Siamo al crocevia, un punto di svolta, la chiave del discorso è lo Spirito, Gesù trasmette la vita di Dio con la sua carne, che versa il suo sangue, dona la sua vita, lo Spirito è quello che dà vita e vivifica, e le sue parole sono parole che vengono dallo Spirito. La sequela è un andare controcorrente, dove ogni giorno bisogna ripetere il sì, come un/a innamorato/a ha bisogno di sentirsi dire dall’altro “ti amo”, “tu sei importante per me”, “voglio stare con te”, e questo deve essere sincero, autentico, non uno stare per forza, come se fosse una prigione, un obbligo, come quel figlio maggiore della parabola di Luca che stava in casa malvolentieri. Tu hai parole di vita eterna afferma Pietro, non c’è nessun altro a cui affidare la vita, “parole di vita eterna che portano in dono l’eternità a tutto ciò che di più bello abbiamo nel cuore” (E.R.).

Gesù, rimani con  noi. Voglio restare con te

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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