Chapeau Lucho

Chapeau Lucho

Chapeau Lucho 1122 631 Vincenzo Leonardo Manuli

Penso che ogni dietro una storia c’è un vissuto sacro, silenzioso, un altare al quale bisogna inginocchiarsi. Mai giudicare la vita dell’altro, e l’esperienza lo insegna, quando nella vita si impara a vivere e si apprezza la bellezza dell’arte del vivere. Non sapevo che titolo dare a questa mia riflessione. Di recente ho parlato dell’abbraccio tra Vialli e Mancini, in questo campionato europeo sono stati tanti altri gli episodi inediti e di esempio, e l’altra sera, dopo la vittoria ai rigori dell’Italia sulla Spagna, Luchoalias Luis Enriquecommissario tecnico della Spagna, ha fatto i complimenti all’Italia, nonostante, diciamo la verità, la Spagna per gioco è stata superiore. 

Non è questo quello che mi ha colpito, può rientrare nelle formalità, nell’aplomb di uno sportivo, una signorilità che non deve mai mancare. Lucho qualche anno fa aveva preso un tempo di pausa, stare accanto alla figlia, Xana di nove anni, che lottava contro un male. Lucho ha avuto la forza di ricominciare, ed è l’uomo che è, di accogliere il dolore, che sa cosa vuol dire il rispetto per l’altro, la lealtà, il sorriso, mentre sul campo c’era una battaglia, ma quello che conta nella vita è altro.

campioni sono quelli che insegnano la vita, sono un esempio di stile, di educazione, di altruismo, di correttezza, di prossimitàChapeau a Lucho, alla sua determinazione, al suo racconto di vita, alla sua espressività calcistica, al suo equilibrio, alla tecnica, alla sua intelligenza, ciò che matura è il dolore, le salite, i fallimenti, le lotte, non conta vincere, conta non arrendersi, e ritrovarsi nuovamente.

Alla televisione io volevo la vittoria, normalissimo, per ogni italiano, ma osservavo la compostezza di questo uomo, mantenuta fino alla fine, sinceramente mi sono anche emozionato, e nella conferenza stampa, Lucho con classe e dignità, accettando il responso del campo, duro ed esigente, accettando anche quello di aver perso una figlia, un dolore grande, insostituibile, egli continua a vincere, perché si vince quando si sorride, si cammina, non ci si ferma mai, si condivide il dolore, si mostra agli altri che la vita è fatta anche di questi passaggi inevitabili, brucianti, terribili.

Anche nello sport, negli sportivi, c’è tanta umanità, io amo questi sportivi, perché lo sport è di più, non contano i soldi, i successi, i trofei, le medaglie, c’è dell’altro, oltre le maglie, al di là dei colori, il tifo, dovremmo tutti alla fine di una competizione complimentarci con l’avversario, stringere la mano, incoraggiare, esultare insieme, abbracciarci, perché il cammino è comune e non finisce tutto con una gara combattuta e sudata, la vittoria vera è quella finale, stare in piedi ed essere quei signori di cui parlava il grande Totò, si può nascere e si può diventare .

Chapeau Lucho, il tuo angioletto è accanto a te.

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