Qui non si tratta di levigare il legno e tanto meno di piallare le assi come amava fare San Giuseppe di Nazareth: tra riprese, ritagli, aggiustamenti, incontri, storie, confronti, sfondi, colori, voci, silenzi, danze, tutto realizzato in maniera spontanea e semplice, Mariangela ha raccolto il mio invito con pazienza e fiducia in questo piccolo progetto, ambizioso, dedicato allo Sposo di Maria e Custode di Gesù. Nell’anno dedicato a San Giuseppe per iniziativa di papa Francesco, noi abbiamo voluto offrire un “segno”, e durante la proiezione nella Chiesa di San Leone a Saracena, mercoledì 19, tra curiosità, emozione, interesse, domande, scorrevano le immagini, i personaggi che si raccontavano, con gli occhi immersi su piccole e semplici storie.
C’è un particolare che non deve sfuggire, la figura di San Giuseppe, dietro le quinte, trascina, fa riflettere, l’operosità della mani callose, l’attesa, il sogno, in filigrana tutto è accarezzato da una sottile presenza di DIo. Ogni progetto si concretizza e si modella con gradualità e fatica, come Dio ha fatto con l’artigiano di Nazareth, un uomo, un lavoratore, un padre, uno sposo che nella sua tenerezza ha realizzato il sogno di Dio. Noi abbiamo voluto che questo sogno parlasse della figura del padre, della paternità oggi, in una chiesa gremita, raccolta e attenta, rispettosa e in preghiera, dove dopo la proiezione non è mancato il dibattito con l’autrice, alcuni interventi, dove ella emozionata, tesa, soddisfatta, in una serata la cui cornice è stato l’applauso finale, con tanto di canto a San Giuseppe. È un segno di gratitudine e di riconoscenza per il lavoro effettuato, un passepartout augurale per l’avvenire ma che rinvia a questa bella e grande figura sociale e di santità, di lavoratore umile, onesto e abbandonato con gioia alla volontà di DIo.
Alla fine abbiamo voluto mettere in evidenza l’amore del padre, come Giuseppe ha amato Gesù, anzi, mi sia pemesso, Giuseppe è stata la sua forza, e per noi è stata una scommessa, una opportunità per riscoprire la missione del padre oggi, in un tempo di grande incertezza, egli diviene un prezioso compagno di viaggio laddove rischia di spegnersi nel nostro cuore la speranza. Veramente bello, l’aver coniugato spiritualità, cinema, cultura, arte, proprio come Giuseppe che ha saputo prendere con sé tutto l’infinito.
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