TU CHIESA LAVA I PIEDI DEL MONDO  – GIOVEDI’ SANTO  17 APRILE 2025

TU CHIESA LAVA I PIEDI DEL MONDO  – GIOVEDI’ SANTO  17 APRILE 2025

TU CHIESA LAVA I PIEDI DEL MONDO  – GIOVEDI’ SANTO  17 APRILE 2025 1024 1024 Vincenzo Leonardo Manuli

Ci ricordava Giovanni Paolo II: “Il Vangelo di Giovanni, laddove i Sinottici narrano l’istituzione dell’Eucaristia, propone, illustrandone così il significato profondo, il racconto della lavanda dei piedi, in cui Gesù si fa maestro di comunione e di servizio (Cf. Gv 13,1-20)” (Ecclesia de Eucharistia, 2003, n. 20). Giovanni non trascura certamente l’importanza dell’Eucarestia, cui ampio spazio dedica in altra parte del suo Vangelo: egli vuole insegnare che la migliore comprensione dell’Eucarestia è il racconto di Gesù che si mette a lavare i piedi ai discepoli! Giovanni volutamente il gesto della lavanda dei piedi lo pone al posto dell’istituzione eucaristica: “L’Eucarestia è il sacramento della carità e del servizio, è il sacramento di Cristo-servo” (J. Dupont).

Quanto Gesù sta per fare è la vera Pasqua, egli è pienamente consapevole della imminenza della Passione e del fatto che la Croce è il “passaggio” al Padre, non morte ma ascensione. Se l’amore per i suoi, coloro che formano la nuova comunità, è stato evidente mentre era con loro, esso splenderà in modo eminente nella sua morte. Sino alla fine, cioè fino a dare tutto di sé, fino all’autoannientamento, alla morte, alla kenosissvuotamento che indica la rinuncia di Cristo alla sua originaria uguaglianza con Dio, per presentarsi nella forma di Servo, fino alla morte

Il gesto della lavanda dei piedi che questa sera si svolge in tante parrocchie, è il più forte e simbolico, segno di sottomissione al Padre e al servizio degli uomini. Potremmo dire che Gesù si mette sotto i piedi degli apostoli, anche tra quelli che lo avrebbero tradito e chi rifiuta di essere lavato. Giuda, nonostante Gesù gli porge un boccone intinto, “un segno di alleanza, di ospitalità, un gesto che dice la volontà di comunione che anima il maestro persino di fronte a chi lo tradirà. Giuda, in fondo, è un uomo lasciato solo” (AS). Pietro che conosce l’ora dello smarrimento e piange: “Una grande passione abita il cuore di Pietro: riuscire a fare qualcosa per Gesù. Tuttavia, proprio non riesce ad accettare che Gesù possa fare qualcosa per lui. Pietro fatica ad accettare la propria condizione di povertà e il relativo bisogno di salvezza. È il classico tipo che ritiene di non aver bisogno, di essere migliore: se tutti dovessero… io no..” (AS). 

Un gesto di grande umiltà, di abbassamento, visto che neppure gli schiavi ebrei erano tenuti a farlo! Quello di Gesù non è solo un gesto di umiltà, ma di rivelazione, cioè fa scorgere il volto del Dio che Gesù manifesta, del Dio cristiano. Il termine centrale è agapàn, e non filéin (l’amore umano). Con questo Giovanni sottolinea gli aspetti religiosi dell’amore. Agapàn infatti vuole significare un amore religioso, nel senso di un amore che viene da Dio e si modella su quello di Dio, amore gratuito, totale, immutabile e definitivo. Agàpe indica l’amore di Dio per gli uomini, quale si realizza in Cristo, e l’amore degli uomini per Dio e per il prossimo, come frutto della presenza dello Spirito in essi. Il luogo per comprendere il significato dell’agape non è perciò l’esperienza umana, ma l’alleanza di Dio, in concreto l’intera esistenza del Cristo con particolare riferimento alla Croce.

Come io vi ho amati, .. Gesù non dà loro nessuna stola, ma solo un grembiule perché si facciano servi. Scriveva così, il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello: “Le nostre Chiese, purtroppo, celebrano liturgie splendide, anche vere, ma – quando si tratta di rimboccarsi le maniche – c’è sempre un asciugatoio che manca, una brocca che è vuota d’acqua, un catino che non si trova… Quando sono stato nominato vescovo, mi hanno messo l’anello al dito, mi hanno dato il pastorale tra le mani, la Bibbia: sono i simboli del vescovo. Sarebbe bello che nel cerimoniale nuovo si donassero al vescovo una brocca, un catino e un asciugatoio. Per lavare i piedi al mondo senza chiedere come contropartita che creda in Dio. Tu, Chiesa, lava i piedi al mondo e poi lascia fare: lo Spirito di Dio condurrà i viandanti dove vuole lui”.

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