LE PALME – ANNO C – Lc 22,14-23,56
Siamo al culmine della quaresima e inizio della SETTIMANA DI PASSIONE, evento straordinario di dolore e di gloria, memoria dell’ingresso solenne e festoso di Gesù a Gerusalemme, con un rituale particolare, non folkloristico, una processione, con rami di ulivo, in cui evochiamo il cammino della vita e l’ingresso nella Gerusalemme celeste. Rallegrati figlia di Sion, e Gesù con un asinello il Messia, arriva con un atteggiamento mite e mansueto, povero e disarmato: “Ha scelto di venire sulla terra non bardato di corazze e fulmini, ma nascosto nella tenera pelle di un bambino, profumata di latte e carezze” (LV). La Passione è l’atto che porta a compimento tutto quello che ha detto e fatto Gesù, mostrando un Dio fragile, fino alla morte.
Il Servo
Il misterioso Servo prefigurato da Isaia, il Giusto, non esita di rivolgersi a Dio. Questo Servo anticipa le pene sofferte da Gesù, l’Inviato di Dio, angariato dai nemici, fustigato, sottoposto alla peggiore crudeltà, agli insulti e agli sputi, oggetto di scherno e di spregio, si rilegge il mistero della croce nel duplice aspetto di umiliazione e glorificazione da parte di Dio.
Dio sul patibolo
Non c’è nessuna regalità, nessun piedistallo, esposto alla morte più infamante, la croce, quella dello schiavo, del malfattore, svuotò se stesso, dice Paolo ai Filippesi, mettendo al centro il valore salvifico di questa morte. Colui che aveva i titoli per esaltarsi, Figlio di Dio, la natura divina, rinunciò a ogni privilegio perché fosse il Padre ad innalzarlo. La sua sofferenza, la sua morte, diviene per i credenti, per i membri della chiesa, per ogni giusto perseguitato e calunniato, un interrogativo.

Ingiustizia
È un uomo Giusto condannato a morte, è un uomo abbandonato da tutti, solo, che si fida totalmente del Padre, rimette la sua volontà. Il Giusto, quest’uomo era veramente giusto, proclama il centurione, va incontro a tutti coloro che desiderano giustizia e non trovano accoglienza, guardano la croce. Scriveva la poetessa Alda Merini, che “a scrivere il vangelo non sono stati i romani sul palo, ma Gesù”, e Dio si è immerso fino in fondo. Gesù nonostante tanta violenza e malvagità verso di lui, è attento agli altri, anche verso chi lo perseguita, consola, perdona, guarisce. Luca riporta un gesto unico durante la passione, Gesù, pur arrestato, guarisce l’orecchio del servo ferito, un segno vivo della sua misericordia, che non viene meno nemmeno nel momento della cattura. Commenta Luigi Verdi: “Lui che ha amato ciò che il resto del mondo disprezza; Lui che si è scagliato contro l’ingiustizia e il potere che rende schiavi, oggi sembra sopportare tutto questo, come uno qualunque, come uno di noi, come l’ultimo di noi. Un Dio difficile da accettare oggi, un Dio che scandalizza: troppo debole, troppo uguale a noi, così fragile da morire. E se a noi viene da chiederci “Dove sei Dio?”.

Il Perdono di Dio
L’amore di Dio giunge fino alla morte in croce, mostrandoci “l’immagine non di un Dio spavaldo, a cui non trema il cuore, ma di un Padre che corre incontro commosso al figlio che credeva perduto. Un Dio capace di piangere, un Dio fragile. Fragile fino alla morte” (LV). La croce, esprime un amore senza misura. Non possiamo comprendere l’Eucaristia, l’Amore di Dio, il suo Perdono, il dono della sua Salvezza, se non ci fermiamo sotto la croce. Sulla croce Gesù prega e invoca il perdono anche su coloro che inconsapevoli lo mettono a morte. Le ultime parole sono di Perdono, nella totale offerta di sé, di sacrificio gradito a Dio.
Chi è Gesù? Gli evangelisti, non offrono delle informazioni, l’intento, è non solo di trovare la forza della testimonianza per i credenti, Gesù raduna il suo popolo e apre il percorso verso la città definitiva, introducendo grazie al Battesimo alla PASQUA DI MORTE E RISURREZIONE, lasciando il testamento del suo amore. l’EUCARISTIA.

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