“Ha viaggiato con un raro talento nell’avanzamento della tecnologia ..”, così scrive il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino nel libro Carlo Acutis. Sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi (2024). Lo Spirito Santo nel suo insondabile mistero, dona carismi, genialità, creatività, suscita novità, e questo ragazzo, morto a quindici anni (1991-2006), era già un fenomeno nella realtà informatica, “originale e non fotocopia”, come lui ha amato definire la vita e definirsi.
Perché Santo? Carlo Acutis, il 27 aprile del 2025 sarà canonizzato santo, perché la sua vita vissuta è stata donata al servizio di Dio e del prossimo. Con il computer diffondeva i miracoli eucaristici, perché innamorato di Gesù, dell’Eucaristia, non solo, devoto di Maria. l’amore verso la tecnologia, – Carlo era un genio ancora adolescente, – l’ha messo a disposizione del prossimo.
In un tempo veloce, in cui oggi l’IA è un buzz word, dove attorno c’è anche confusione, tra benefici e rischi, Carlo ci insegna come vivere nella realtà tecnologica. L’IA, la tecnologia, internet, possono essere usati per il bene o per il male. Scrive Sorrentino: “Occorre passare dalla semplice rete della comunicazione alla rete della comunione”, nel miracolo tecnologico, Carlo ha creato un “reticolo spirituale”, l’informatica per lui è stata una via di evangelizzazione.

“Carlo incarna la santità dei nativi digitali. Si muove a suo agio nelle nuove vie, mettendo in termini di cultura informatica persino l’Eucaristia. Nasce così la mostra dei miracoli eucaristici”, scrive sempre Sorrentino. Occorre chiarire che Carlo è innamorato dell’Eucaristia, il Sacramento dei Sacramenti. Messa e Comunione, Confessione e Adorazione, ecco la spiritualità di questo adolescente che definiva l’Eucaristia “l’autostrada verso il cielo”, sorprendente per il suo parroco e i suoi genitori, per i compagni di scuola, ma anche per chi scrive questo articolo.
Oggi le chiese si stanno svuotando di ragazzi e di giovani, al catechismo, meglio tacere, a scuola l’ora di religione, passiamo ad un’altra domanda, mentre le chiese si stanno riempiendo di gigantografie, immagini, santini, si richiedono reliquie di Carlo. C’è entusiasmo, ma attenzione, dobbiamo conoscere nel breve passaggio terreno di Carlo il cuore della sua esistenza, un dono, perché altrimenti la deriva è quella devozionistica, di non conoscere il cuore del suo messaggio: l’amore verso l’Eucaristia.

È vero che le vie di Dio sono infinite, questo ragazzo che già a sei anni padroneggiava il computer, sarà il patrono della tecnologia, ma al di là di slogan, penso che Carlo ci lascia qualcosa di molto importante, di umano e di divino, il saper coniugare fede e tecnologia, spiritualità e informatica, proprio la tecnologia, è un luogo teologico, una via per parlare della bella notizia, che non esclude l’educazione e la competenza nel mondo digitale, la sapienza e il cuore di usare l’IA.

Lascia una risposta