IL VENIENTE SI FA CARNE – DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

IL VENIENTE SI FA CARNE – DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

IL VENIENTE SI FA CARNE – DOMENICA 22 DICEMBRE 2024 1446 705 Vincenzo Leonardo Manuli

IV DOMENICA DI AVVENTO (C)

Dal piccolo nascerà il grande, profetizza Michea e il Figlio di Dio accetta di diventare uomo, “Il Figlio non è stato costretto, ma liberamene e generosamente ha accettato di annullarsi, di abbassarsi, di diventare creatura, Lui che è eterno creatore con il Padre e lo Spirito” (G. C.), Sono due donne che ci insegnano l’autenticità degli incontri, la condivisione, la prossimità, il dono, “Dio e l’umanità si incontrano in questa buona volontà, in questa benevolenza, in una disponibilità grande a compiere l’opera della salvezza”.

Fare spazio a Dio

Dio ha bisogno del consenso umano per entrare nella storia, e Maria ha prestato la sua carne perché possa camminare nella storia. Si alzò e andò .. In fretta parte Maria, ragazzina coraggiosa, si mette in viaggio senza chiedere permessi agli uomini di casa, come invece andava fatto a quei tempi, parte verso chi la può capire, visita Elisabetta, un incontro di sguardi d’intesa al femminile, roba da donne, donne abitate da Dio. L’audacia di Maria che, all’inizio della sua gravidanza, senza preoccuparsi affatto per se stessa, affronta i pericoli del viaggio, due gestanti celebrano un incontro gioioso, di corpi, divenuti ricettacolo della divina onnipotenza. Sono due maternità straordinarie che sanno far spazio a Dio, donne dell’attesa che riconoscono la Sua opera. I due grembi registrano il passaggio dello Spirito che ad Elisabetta rivela la verità su Maria: benedetta tu fra le donne.

I due grembi sussultano, Maria condivide già la parola del Figlio ed Elisabetta può proclamare per lei la beatitudine di chi obbedisce nella fede alla parola di Dio, e così ne discerne il compimento nella propria vita e nella storia degli uomini. Maria diventa via attraverso la quale Gesù inizia a compiere il suo cammino sulle strade umane, affinché tutti possano sussultare di gioia al suo incontro, un Magnificat che esplode in una danza.

Incontri di benedizione

Elisabetta riconosce la presenza del Signore nel grembo gravido di Maria, perché la vita che germoglia in lei le parla inequivocabilmente, le comunica un’ebbrezza incontenibile propria di chi percepisce l’avvento della salvezza, l’inizio di una stagione nuova, un grembo che diviene vangelo, buona notizia che si celebra nell’incontro di gioia nel segno della benedizione. “Se sappiamo custodire il mistero di Dio nel segreto della nostra esistenza, nella verità della nostra vita, del nostro corpo, del nostro cammino, del nostro impegno, allora le persone che incontriamo, a condizione di incontrarle veramente – non di sfiorarle semplicemente o di incrociarle – ma di incontrarle davvero, possono loro stesse sentirsi visitate non tanto dalle nostre parole o dai nostri gesti, ma dal mistero stesso che abita in noi, grazie allo Spirito Santo. Ecco che pian piano l’esperienza di Maria diviene l’esperienza della Chiesa e nella Chiesa di ogni credente” (L.F.).

Il fascino del Natale

Che giornata oggi ci viene raccontata! “Due donne che ci insegnano innanzitutto a non fermarci davanti agli ostacoli della vita” (G.P.). Prossimi a commemorare il Natale del Signore, la parola passa a chi di vita se ne intende, ed è bello contemplare, due piccole creature che di vita se ne intendono, due donne colme di felicità. Commenta così la biblista Rosalba Manes: “Dio sceglie di entrare nel mondo così: nell’umile segno di un corpo che si coinvolge nella storia con tutta la sua concretezza relazionale. È il fascino del Natale, è la dinamica dell’incarnazione. Inizia così il tempo nuovo: non più l’offerta continua di animali realizza la riconciliazione con Dio ma l’offerta unica del corpo di Cristo. Questo corpo completamente donato, fonte della nostra santificazione, inaugura il nuovo culto di chi, come Maria, non offre a Dio delle cose ma gli dona il proprio corpo, cioè tutto se stesso”.

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