LA FISSA DI CRISTO – DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024

LA FISSA DI CRISTO – DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024

LA FISSA DI CRISTO – DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024 1600 776 Vincenzo Leonardo Manuli

XXIV TEMPO ORDINARIO (B) – (Mc 8,27-35)

Ogni giorno dovremmo provare a domandarci: Chi siamo? Da dove veniamo? Verso dove stiamo andando? Non quesiti rompicapo, ma cercare il senso della nostra esistenza e dare motivazione a tutto ciò che facciamo. La fede è una domanda, non una risposta, sovente andiamo alla ricerca di soluzioni, di una fede magica, addirittura di strumentalizzare la religione, e dare tutto per scontato. Chi è per noi Gesù? Chi siamo noi per lui? Si faccia attenzione, anche nella Chiesa, perché “Gesù Cristo troppo spesso è solo una scusa per parlare d’altro” e “fare altro”. 

Non siamo cristiani perché siamo battezzati, non siamo cristiani perché ogni tanto ci confessiamo e facciamo la Comunione, non siamo cristiani perché ogni tanto andiamo a Messa, tantomeno non siamo cristiani perché facciamo le processioni o altri atti di devozione. Siamo cristiani perché crediamo che Cristo con la sua Croce e la sua Risurrezione ha vinto il peccato e la morte. Non è una formuletta, chissà quante volte l’abbiamo sentita, ed è qui il nocciolo del problema, dare tutto per scontato e sentire la stanchezza e non cogliere la novità del messaggio

Ho partecipato all’ultima assemblea diocesana, c’è un conoscere, un dire e ridire, in mezzo alle tante parole che risuonano oggi, dalla tragica cronaca nera a cui sembra impossibile trovare parole di senso, alla misera cronaca rosa dei palazzi che sembra diventato il senso ultimo della politica. Poi l’ecclesialese, chiesa, catechesi, liturgia, primo annuncio, .. L’annuncio essenziale dei cristiani e della Chiesa era il kerygmaGesù di Nazareth è morto e risorto per la nostra salvezza; questo annuncio ha davvero il potere di cambiare il cuore di ognuno e del mondo. Oggi, perché non incide più? Su questo ha scommesso la propria esistenza un bel po’ di gente da 2000 anni a questa parte. Oggi perché vediamo tutto negativo e ci preoccupiamo del vento forte della crisi? È una questione di numeri? Di strutture? Di soldi? Di potere?

Forse è il momento di grazia per comprendere che dobbiamo convertirci! Cristiani per convenienza o per convinzione? Nelle nostre chiese forse non si punta troppo sulla sacramentalizzazione, sulle feste, sul folklore, riti, scadendo tante volte nel paganesimo con tanto di processioni di statue e incoronazioni d’oro? Scrive il gesuita Gaetano Piccolo: “Gesù intuisce che qualcosa non ha funzionato nell’annuncio del Vangelo. C’è qualcosa che impedisce alla sua Parola di entrare nel cuore della gente. Gesù si accorge che la gente ha una visione parziale di lui. Non è stata colta la novità del suo messaggio: Giovanni Battista, Elia, uno dei tanti profeti…sono figure con cui Gesù condivide alcuni tratti. La gente non riesce ad andare oltre il già noto, oltre quello che è stato già visto. Che cosa manca per comprendere fino in fondo chi è Gesù?”

La sofferenza

Perché Gesù chiede ai discepoli di ieri e di oggi di prendere ogni giorno la propria croce? Perché Gesù parla della sofferenza invece del successo, degli onori, dei piaceri? Perché Gesù chiede di rinnegare se stessi? Gesù chiede di attraversare la sofferenza con la compagnia sua, “paradossalmente ci troviamo di fronte a una grande scuola, dove possiamo cogliere l’occasione di crescere umanamente e spiritualmente. Gesù, parlava della sua sofferenza apertamente, perché nella sofferenza non puoi nasconderti: è lì che sei visto e ti vedi per come sei veramente. Quando tutto va bene, infatti, è facile predicare, specialmente quando imbastiamo discorsi retorici su come gli altri devono vivere la sofferenza, ma la vera predicazione, quella più efficace, è la nostra vita nel tempo della difficoltà e del dolore” (G.P.).

Cosa abbiamo compreso di Gesù fino ad ora? Questo dovremmo domandarci nelle nostre assemblee. Cosa avrà compreso Pietro, pieno di contraddizioni e incertezze, dubbi e sicurezze? E noi non siamo in una situazione migliore della sua! Siamo disposti a rinnegare noi stessi, a prendere la propria croce e seguire Gesù?Oppure esigiamo un Dio che ci fa comodo, a nostra immagine, un Dio a metà. Insomma, un Dio teorico, e che non mette in gioco la nostra vita? 

Gesù ci chiede fin dove siamo disposti a seguirlo, e allora, scrive Luigi Verdi. “Grazie Pietro che oggi ci ricordi di perderci nella nostalgia di un Dio che ama fino alla fine, di seguirlo ad occhi chiusi: ci sembrerà buio ma, il Dio dei paradossi, farà risplendere ogni cosa”.

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