19 NOVEMBRE 2023 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A)
«La tua parabola ci ricorda che il vero tesoro che hai posto nelle nostre mani è il tuo vangelo, un vangelo vivo che non possiamo chiudere in uno scrigno o conservare in un museo». Roberto Laurita
Domenica dopo domenica diventa più forte l’attesa e la presa di coscienza della responsabilità del cristiano: Dio nella sua bontà ha affidato dei doni ai suoi servi, ritornerà, e il momento critico sarà di cosa abbiamo fatto dei suoi doni. Come ci prepariamo a questa venuta? Cosa abbiamo fatto dei suoi doni? Qualche cura e custodia di quello che ci ha affidato?
L’arte di saper vivere
Filosofi, moralisti, spiritualisti, nutrizionisti, indicano itinerari di felicità e di gioia, percorsi di liberazione e di guarigione. Siamo sicuri che stare bene con sé stessi è la vera fonte della felicità? Siamo convinti che la vera sapienza è oltre quello di cui abbiamo contatto? Anche questa domenica le letture ci mostrano il volto inedito di Dio, una sconfinata fiducia e gratuità nel concedere i talenti, ma anche la serietà di attendere i frutti.
I servi tra paura e fiducia
Scrive Ermes Ronchi che “la madre di tutte le paure è la paura di Dio”. I servi della parabola non tutti si comportano allo stesso modo. C’è chi investe i talenti e c’è chi li sotterra. C’è chi è attivo e chi manifesta pigrizia e indifferenza; queste sono le malattie spirituali dei credenti, tra questi l’accidia, il demone di mezzogiorno. Uno dei servi mostra tutta la sua nequizia, ha una idea sbagliata di Dio, più che paura, vede un Dio severo, lo sente nemico, duro, ingiusto, e non gli importa nulla del giudizio, rifiuta la vita, è così insipiente che spreca i doni e non riconosce la gratuità di Dio. La parabola è sempre una buona notizia, “Dio non è venuto a fare i conti con l’umanità ma per condividere tesori di bontà, di gioia, di bellezza, di legami” (E. R.).
Parusia
La chiave discriminante di questa parabola è responsabilità, cioè quella che serve per cogliere la differenza di comportamento tra i due tipi di servi nella parabola evangelica, il servo buono e fedele e il servo malvagio e pigro. La responsabilità cristiana è coscienza del dono ricevuto e fedeltà a esso. L’accorato appello ad essere responsabili della vita, a non sprecarla, è l’invito a entrare nella gioia di Dio, il suo ritorno non sarà come quello che ci aspettiamo di una persona cara, ma nella vigilanza di un cuore aperto e consegnato in cui germina una nuova vita e fiorisce tutto l’essere.
Domande
- Che cos’è il talento?
- Sono grato e riconoscente a Dio per i suoi doni?
Preghiera
Sarà una venuta imprevedibile e inedita. Ci metti di fronte alla nostra incapacità di vedere e alla pigrizia. Se il nostro cuore non si riempie di fede e se la nostra mente non si plasma della tua Parola, non scorgiamo la tua venuta. È difficile? No. Nel nostro presente, nelle nostre azioni, nei nostri gesti, collaboriamo per investire il tuo talento o i tuoi talenti che ci hai affidati. Aiutaci a condivdere la gioia e la felicità di frutti e primavere belle e verdi.
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