BENEDETTO XVI UOMO DI DIO (1927-2022)

BENEDETTO XVI UOMO DI DIO (1927-2022)

BENEDETTO XVI UOMO DI DIO (1927-2022) 664 960 Vincenzo Leonardo Manuli

Se potessi sussurrargli una parola, gli direi: 

“Caro Benedetto, come è il volto di Dio che hai celebrato, annunciato e vissuto? Raccontaci l’attraversamento del mistero della morte. Non si spengono i riflettori, una grande eredità hai lasciato alla Chiesa tutta e non solo, un riferimento. Se puoi, continua a pregare perchè il buio non prevalga”.

Personalmente, papa Benedetto XVI, è stato un teologo, un pastore, un intellettuale, aperto e disponibile al confronto, e una personalità come la sua non si può racchiudere in queste definizioni, che ritengo troppo sintetiche. Egli lascia alla Chiesa universale una grande eredità, di pensiero, di esempio umile, come lui stesso disse: “umile servo nella vigna del Signore”.

Mi ha sempre colpito il suo sguardo, penetrato dalla contemplazione del mistero, uno sguardo che ho avuto modo di vedere di persona quando venne a celebrare l’Eucaristia, – l’allora cardinale Joseph Ratzinger -, all’Almo Collegio Capranica di Roma e dopo la cena, s’intrattenne con noi alunni di quell’anno, era il 2003.

Ho imparato tanto da lui, leggendo e studiando le sue catechesi, le omelie e gli scritti teologici, ammirando l’ordine, la chiarezza, la puntualità e la profondità, un pensiero alto e raffinato. Non è stato solo un teologo, ma un pastore in tempi difficili, ha anche sofferto, una guida nel buio di un tempo molto confuso.

Tanti hanno detto e diranno, scrivono e scriveranno, il mio è solo un grazie, perché mi ha insegnato che essere discepoli di Gesù Cristo vuol dire anche studiare, leggere, pregare, e la fede ha delle fondamenta, nella dottrina e nel deposito di fede della Chiesa.

Ha amato la Chiesa, ha guidato il gregge di Cristo con amore e donazione: quando ha denunciato gli scandali che offuscano la missione della Chiesa; quando è stato audace nel gesto rivoluzionario di rinunciare al ministero petrino per le sue condizioni di salute, è stato un grande servitore, nell’umiltà, nel silenzio e nell’obbedienza a papa Francesco; quando non si è lasciato strumentalizzare, anzi, ha continuato a sostenere il suo successore e la Chiesa.

Il suo raffinato pensiero teologico ci accompagnerà sempre, e come disse lui, “Chi crede non sarà mai solo”, e siamo convinti che chi ci lascia se da un lato c’è un vuoto, dall’altro, custodiamo un tesoro, una presenza che ci dà speranza e forza nel cammino verso la luce, quella che svelerà il mistero della morte e della vita.

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