Domenica 25 dicembre 2022 NATALE DEL SIGNORE (Mt 1,18-24)
«Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro. (…) Dio ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto: dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”, (…) Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”. Dove nella nostra vita siamo in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e a Dio, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima, lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinchè comprendiamo il miracolo del suo amore e della sua vicinanza e della sua grazia». (Dietrich Bonhoeffer)
Tu scendi dalle stelle ..
Come sarà il nostro prossimo Natale? In questi tempi difficili, sono stati sempre difficili, la guerra, la crisi economica, l’esasperarsi della violenza .. Tutte quelle volte che ascoltavo questo canto, Tu scendi dalle stelle, il mio cuore ha preso un’altra direzione. Almeno per me, da bambino, questo canto mi ha sempre emozionato, e forse, da adulti, non pensiamo più al cielo e alle stelle con infinito stupore, pensiamo ai tempi difficili, e dimentichiamo che anche Dio è nato in tempi difficili.
Tu scendi dalle stelle ..
Il Natale del Signore, è un evento, la nascita di Dio che si fa uomo, che accetta di passare la sua esistenza nella nostra natura umana, solidale con noi, scegliendosi una famiglia, una madre e un padre. È una festa che ci è molto cara, parla al cuore della nostra umanità, anche se rischiamo di perdere le radici cristiane di questa festa. Il mistero del Natale è grande, “Dio ci ama a tal punto da aver voluto essere uno di noi, tra di noi, uguale a noi, un uomo come noi” (E. B.), è questa l’altezza, la larghezza e la profondità.
Per comprendere il mistero del Natale, è necessario restituire il Natale a Dio, e lo deve fare la comunità cristiana tutta. Dio è delicato, entra con dolcezza e con sicurezza nella storia umana, nato fuori casa, come profugo, in un ambiente precario, cresce in età, sapienza e grazia. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda tra noi: se cerco il Verbo, la Parola di Dio, non devo andare lontano, è tra noi. È qui sulla terra che Dio manifesta i suoi desideri e comunica i suoi voleri e le sue consolazioni. Oggi mi dice: io sono qui con voi e per voi, per amarvi.
L’antica festa romana della nascita del dio sole è stata sostituita nei primi secoli dalla festa del Natale del Signore, e per i cristiani il vero sole è Gesù che ha portato la vera luce, il sole di giustizia, la luce che prende il sopravvento sulle tenebre, luce che è spuntata nella notte di Betlemme.
Hai quanto ti costò l’avermi amato ..
La mia preghiera è che in questi tempi difficili Dio illumini le nostre menti e i nostri cuori, ma anche il Natale è individualismo, non è retorica, nemmeno sfiducia nella vita e nell’uomo, è presa di coscienza di questi tempi difficili. È un giorno luminoso il Natale e misterioso, proprio per questo amore in eccesso, smisurato, ed è difficile parlare in questo giorno. Gesù nasce in una situazione precaria di viaggio, in case-grotta, un ambiente riservato, in cui le nascite avvenivano nella stalla, in un ambiente caldo e dignitoso. L’annuncio degli angeli convoca persone umili,i pastori, essi risiedono fuori città e sentono la tromba che annuncia: oggi è nato per voi un Salvatore.
Già che ti fece amor povero ancora …
Il centro dell’attenzione a Natale è il Signore Gesù (?!?), la festa è la sua, tuttavia sempre più questa convinzione ha perso forza, e noi gli chiediamo di non disturbare il nostro Natale. Come si può festeggiare senza il festeggiato? Come si può festeggiare se prevale l’inimicizia? Come si può festeggiare se le parole verso il vicino sono violente? Come si può festeggiare se l’attenzione ai più poveri è solo dettata dall’urgenza e da momenti emotivi?
Il Natale del Signore è un messaggio di gioia, di semplicità, di povertà, e senza la magnanimità, senza un cuore grande che possa accogliere e abbracciare questo, senza vedere e pensare in grande per non rimpicciolire la nostra vista, è difficile celebrare il Natale del Signore.
Vero Dio e vero uomo, nasce nella carne, e noi siamo consapevoli che la parola carne include tutta la complessità dell’esistenza, tutta la vita e i suoi limiti, anche le imperfezioni e le fragilità. Il Natale del Signore è celebrare la memoria della sua venuta, in attesa della sua venuta gloriosa. Il Natale è un nuovo inizio, un ricominciare, è un giorno dove si scambiano doni, dove si vive la festa in famiglia, dove i valori della pace e della fraternità un giorno all’anno sono decantati.
Il Natale è la nascita di Gesù, e occorre lasciarsi trasformare dalla sua venuta.
AUGURI!
- Mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio che si è fatto carne, storia, cultura, in Gesù di Nazareth?
- Cosa insegna a me il Natale?
Vero Dio e vero uomo,/debole e povero,/abbiamo scambiato la tua gloria con il potere,/la pienezza con la ricchezza. /Tu hai scelto di essere fragile,/noi no, e lo saremo fino alla fine del viaggio,/con la speranza nell’Altrove di essere risarciti./Salvatore, Redentore, Agnello immolato,/sei la vita che nasce e rinnova,/ e nell’annuncio sempre nuovo del Natale,/cantiamo la santità e la gloria di Dio,/ e anticipi la novità pasquale,/nell’attesa di cieli nuovi e terra nuova.
[…] Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo ManuliLink all’articolo del suo blog […]