Immagino un Dio che sogna, un Dio che non sta sulla soglia, ma che esce, è una storia di passi verso la nostra vita. Immagino un Dio che cerca quello è perduto, che riprende la storia dagli inizi, quella terra giardino dove c’era comunione, dialogo, fiducia, intimità, armonia. Immagino anche un uomo e una donna che non hanno paura, che riconoscono i passi di Dio, che non si nascondono, che non si accusano l’uno e l’altro, che l’impossibile diventa possibile.
Immagino un Dio che ricomincia, che non s’impone nella vita piena di contraddizioni di Adamo e di Eva, che entra nella nostra vita, visita la nostra casa, come quella di Maria di Nazareth e di Giuseppe di Nazareth.
Queste sono le altezze di Dio.
Immagino il possibile e il reale, un Dio che si affida alle mani di Giuseppe e di Maria, alle nostre mani, spesso macchiate di infedeltà. Immagino il giardino, non un paradiso terrestre, un Dio che sta accanto, che sceglie una creatura per schiacciare la testa del serpente che insidia il genere umano. Immagino la festa di Dio, quando previene Maria nell’immacolato concepimento, come agli inizi, dove non tutto finisce con il dramma della cacciata dal Paradiso.
Dio immagina e realizza, concepisce e accompagna, anche quando smarriamo il senso di quanto viviamo, Egli entra in quel piccolo frammento che è la nostra storia rispetto a quella dell’umanità intera, nella storia di Maria e di Giuseppe, di Zaccaria e di Elisabetta.
Cos’è l’Immacolata Concezione? È la vicenda di Maria e l’ostinazione dell’amore di Dio che eccede, pensa, immagina, e prende la decisione di fare un uomo a sua immagine e somiglianza della sua stessa comunione di vita, è l’atteggiamento in cui tutti possiamo stare di fronte a Dio. Maria è Bella di grazia, la Bella Agnella, la Bella Pastora, la Redenta, nella quale Dio ci ricorda che “la verità dell’uomo non è il suo peccato, non è il male, ma il lasciarsi ricolmare della vita stessa di Dio”.
A Dio sta a cuore la sorte dell’uomo e della donna, si prende cura, ci precede, ci previene, non vìola la nostra libertà, e Maria è una grazia per noi: “viene a dirci che tutto di noi, il nostro corpo come il nostro tempo, sono da sempre nel segno di una benedizione, ancor prima di cominciare ad esistere”.
Abbiamo bisogno di guardare a Maria, abbiamo bisogno di immaginare gli inizi e il ricominciare di Dio, di contemplare il bisogno di tenerezza, di fiducia, slanci pieni di amore, di parole di senso, il bisogno di prossimità, quell’immenso Eccomi, la disponibilità di lasciar compiere a Dio la sua opera, nelle mani del vasaio che dà forma alla vita.
Maria non è una qualunque serva, ma l’Immacolata Concezione, la Madre di Dio, riflesso dell’amore di Dio, non una mera esecutrice, è una donna che ci fa riflettere:
- Sono disponibile a mettermi al servizio di Dio con fiducia?
- Con quali occhi guardo tutto quello che accade intorno a me?
- La Madonna è una dea, una divinità, oppure è una donna, una creatura, che ha fatto spazio nel suo grembo all’irruzione di Dio fidandosi e mettendosi nelle sue mani?
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