La forma di preghiera personale e comunitaria più conosciuta e usata, è proprio quella del Rosario, per eccellenza la preghiera mariana. Agli inizi la preghiera del Rosario non era come la conosciamo noi oggi, la sua costruzione è frutto di un percorso, nata probabilmente in ambito monastico, l’incontro con devozione e tradizione di preghiere con le meditazioni sulla vita di Cristo e di Maria fu decisivo per la pratica del Rosario che noi oggi cobosciamo. Essa ha origini molto antiche, è la più diffusa tra i cristiani con la quale i fedeli si rivolgono a Maria. Sembra essere una usanza anacronistica, molto criticata perché ripetitiva, cosa da anziani, da persona di una certa età, cimelio di un’epoca al tramonto, secondo alcuni critici, talvolta poco consigliata e raccomandata anche dai preti, ma nonostante tutto, ha formato e alimentato generazioni e generazioni di fedeli! La sua pratica avvicina a Gesù per mezzo di Maria e reca tanta pace alle anime, alle famiglie e alle comunità cristiane.
La storia della spiritualità ha conosciuto il valore e la ricchezza di questa preghiera, una preghiera insistente, ripetitiva (conosciuta nella preghiera dei monaci del deserto), come un bambino che si rivolge alla mamma per ottenere qualcosa. Con questa preghiera ci si avvicina al cuore di Maria, cor ad cor. È una preghiera che non va sottovalutata, di grande significato, biblico e cristologico, mariana e contemplativa: “Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e profondità!”, confidava San Giovanni Paolo II, la sua compagnia privilegiata nei suoi viaggi missionari assieme al breviario.
Secondo alcuni le origini della pratica del Rosario risale alla coroncina degli eremiti orientali. Essi usavano delle pietruzze infilate su uno spago per tenere conto delle preghiere recitate, una “ghirlanda di preghiere” offerta alla Madonna. I monaci del deserto usavano “cordicelle” per contare il numero delle preghiere, un modo per ripetere e memorizzare. Probabilmente la preghiera del Rosario si diffuse durante l’epoca medievale e fu promossa dai seguaci di San Domenico di Guzman, fondatore dell’ordine religioso che prende da lui il nome, i domenicani, chiamati i frati predicatori, la usavano quale arma efficace per debellare le dottrine eretiche del tempo, e proprio loro furono i promotori di questa devozione.
È una preghiera destinata a portare frutti di santità, nella sua sempliciità e profondità, il “credente attinge abbondanza di grazia” scriveva sempre San Giovanni Paolo II (Rosarium Virginis Mariae).
Il mese di ottobre è un mese mariano e dedicato alle missioni, e proprio san Pio V per commemorare la vittoria riportata il 7 ottobre 1571 a Lepanto contro la flotta turca, impresa che arrestò l’espansione dell’impero ottomano, egli la interpretò come una grazia concessa dalla Divina Provvidenza per la preghiera fiduciosa che il popolo cristiano aveva rivolto alla Vergine Maria proprio attraverso il Rosario. Questa memoria istituita da lui è stata una conferma della protezione e dell’intercessione della Vergine.
Papa Francesco afferma che “il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi .. è la preghiera del mio cuore”. È tutta incentrata su Cisto, compendio del vangelo, preghiera meditativa, si medita sui misteri di Cristo, semplice e adatta a tutti. Maria si fa discepola, modello di accoglienza che custodisce la Parola e Madre che accompagna i primi passi della chiesa fino all’Ascensione. Si prega con Maria che fu associata in maniera tutta speciale all’Incarnazione e Risurrezione del Figlio di Dio.
Il magistero ecclesiale in alcuni documenti si è soffermato su questa preghiera, promuovendone la spiritualità, tra cui la Marialis Cultus (1971) di San Paolo VI, la lettera di San Giovanni Paolo II 2002 Rosarium Viriginis Mariae (2002), anche il Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia (2002).
Il mese di ottobre è un mese mariano con un legame speciale nella devozione alla Madonna, espresso nella preghiera del Rosario, una preghiera dialogica, nella quale risuona la Parola di Dio, entrando in una liturgia dove dal saluto all’annuncio di amore si ripercorrono i misteri di Cristo e di Maria, preghiera che aiuta il credente a scoprire che la propria vita è benedetta quando si dice sì al Signore.
Papi, santi, semplici cristiani, hanno fatto esperienza di questa preghiera, anche un vescovo, don Tonino Bello, ricorda che non si lasciava sfuggire questa preghiera e quando la sera rientrava a casa sua la recitava anche nella sua auto. Ricordo ancora quando uscivamo con il compianto vescovo Domenico Crusco, nei suoi viaggi pastorali portava alcuni seminaristi, e in auto la preghiera preferita era quella del Rosario.
“Il santo Rosario è un’arma potente. Impiegala con fiducia e ti meraviglierai del risultato. Nel santo Rosario – meravigliosa devozione che non mi stancherò mai di raccomandare a tutti i cristiani – passano per la nostra mente e per il nostro cuore i misteri dell’esistenza mirabile di Maria, che sono anche i misteri fondamentali della fede. Rimandi sempre il Rosario a più tardi, e finisci per ometterlo a motivo del sonno. Se non disponi di altri momenti, recitalo per strada” (San Josemaria Escrivà de Balaguer).
In parrocchia ci prepariamo alla novena della Madonna del Rosario di Pompei, c’è una chiesa a lei dedicata dove si venera una sua immagine molto bella. Tutto il mese di ottobre pregheremo in questo luogo, con l’adorazione eucaristica, la Santa Messa, tempi di catechesi, la veglia mariana e qualche altro appuntamento di riflessione su Maria.
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