PAROLE DI FUOCO

PAROLE DI FUOCO

PAROLE DI FUOCO 1080 663 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 14 agosto 2022 – XX TEMPO ORDINARIO (Lc 12,49-57)

«Credere è entrare in conflitto». D. M. TUROLDO

Le parole di Gesù trapassano il cuore, irrompono come feritoie che lasciano interrogativi profondi, provocazioni come il vento che scuote tutto, recide alberi, solleva la polvere. Nella mia vita di discepolo, di battezzato e cristiano, come vivo il fuoco del vangelo? Sono ipocrita? Sono accomodante con le parole del vangelo? Vivo una pace concordata?

Le parole di Gesù si piantano come germogli e spezzano la quiete umana e sociale: Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? Drammatica e sovversiva l’interrogazione, in un tempo di crisi, di tensioni internazionali, e le parole del vangelo rincarano e si insinuano nelle nostre ansie e paure, perché la Parola di Gesù sovverte quei laboratori di pace alla leggera, delle mezze misure, di accordi mistificanti, della pace fondata su accordi per convenienza. Cosa intende Gesù per fuoco? Quello del roveto ardente che brucia e non consuma, della colonna dell’Esodo; quello di Elia il cui zelo lo divora; il fuoco delle lingue di Pentecoste; il fuoco dei profeti e che purifica le scorie delle nostre infedeltà e debolezze; il fuoco che riscalda, infiamma di passione per l’uomo e per una società più giusta.

Il fuoco di cui parla Gesù è la Parola che opera un taglio netto negli stili di vita al ribasso, di comportamenti superficiali e mediocri, una Parola che brucia, al contrario di chi preferisce il silenzio e l’indifferenza alla parola chiara e decisa; di una vita inconsistente e che non chiede nulla; di una vita sommersa pensando di non venire allo scoperto. La pace non si fonda su compromessi, su accordi scellerati per il quieto vivere, di chi spegne la parresia e lascia che tutto sia secondo lo slogan si è fatto sempre così, senza sussulti e vibrazioni dell’anima. Questa non è la pace, di chi non ha il coraggio di dire la verità, di chi non si schiera dalla parte del più debole, di chi non difende i poveri e non combatte le ingiustizie, di chi non resiste alle seduzioni del male e abbassa la guardia, invece di quel resto che sceglie l’opzione più ardua di incendiare il mondo ribellandosi a chi vuole addormentare le coscienze, narcotizzandole con promesse effimere, al confronto di una vita che non accoglie responsabilità e di chi fugge al peso delle scelte radicali.

È difficile vivere da cristiani, il vangelo è sempre attuale, chiede la coerenza della vita, dona la forza quando non si cede alle avversità, quando non si strumentalizza la religione; quando in politica non si cede al puzzo del compromesso e del denaro, e si cammina sulle strade della storia a testa alta tenendo fisso lo sguardo su Gesù. Gesù ci lascia la pace e ci chiede di custodire il bruciore del fuoco, per illuminare e riscaldare, per guidare e accompagnare uomini e donne smarriti e senza orientamento.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, dice Gesù, il fuoco della missione, della lampada che illumina, divampa e brucia, della parola, che non può essere sotterrata, ci prende per mano, ci rialza dai nostri peccati e delusioni, feritoie di grazia. Cosa rimarrà dopo il nostro transito su questa terra? Siamo quell’alito errante che ha un compito non delegabile, di seminare perché un giorno fiorisca il giardino dell’Eden, quel luogo dell’anima che è nel cuore di chi crede che il presente non rinvia e il tempo non si spreca e il mondo può cambiare se un piccolo gesto di fuoco rende bello il campo della vita. Avremo preso sul serio ancora una volta in questa domenica le parole di fuoco del vangelo?

SIGNORE accendi il FUOCO della passione per l’uomo

  • Preferisco essere neutrale ai temi della vita umana e mi adeguo alla moda della società ?
  • Da quale parte stiamo? Richiediamo l’appoggio degli altri o teniamo fisso lo sguardo su Gesù?

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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