Nelle tue mani. Le sette parole di Gesù sulla croce (7)

Nelle tue mani. Le sette parole di Gesù sulla croce (7)

Nelle tue mani. Le sette parole di Gesù sulla croce (7) 1024 720 Vincenzo Leonardo Manuli

Tu mi hai fatto senza fine come hai voluto. Tu continui a vuotare questo fragile vaso

e sempre lo riempi di nuova vita.

Tagore

Perché facilmente il male si accanisce sempre sul giusto? Sull’innocente? Sui credenti? Per distruggere il bene, la comunione, la fraternità, la pace? Il male può avere l’ultima parola e la vittoria?

È una tentazione sottile, si acutizza per il credente, come la sofferenza di Giobbe, la prova di Geremia, quella dei profeti: là dove c’è lo Spirito di Dio, diventa più insistente la tentazione.

Scriveva l’abbadessa Anna Maria Canopi: «Sì, tutto è compiuto, nel dono più grande. È un silenzio mai prima vissuto. Silenzio di inaudito dolore e di incredibile speranza. Silenzio di lutto e di morte, silenzio di speranza contro ogni speranza. Una speranza che rischiara le tenebre più fitte, le notti più buie, con la prima luce di un’alba inattesa» e l’ultima parola delle sette, una consegna, una restituzione, e poi tutto si fa silenzio. Dopo questo grido, «Gesù consegnò lo Spirito»«spirò, morì», ma si riferisce anche a quell’alito che Gesù aveva, che era l’alito dello Spirito Santo, l’alito con cui era stato generato dal Padre, quell’alito Gesù lo effonde sulla chiesa ai piedi della croce, sull’umanità, su tutto l’universo.

Ci avviamo al sabato santo, occorre fare esperienza nella nostra vita del sabato del cuore, tacere per imparare ad ascoltare, custodire questi eventi, pensare a tutti quelli che muoiono soli, abbandonati, senza sepoltura e abbracciarli nella loro morte. Adesso tocca al Padre, mentre Gesù attende nella morte, nella tomba, la risposta del Padre, dopo il silenzio sulla croce lascia tutti noi in veglia e vigilante stupore. Gesù ha risposto, tutte le sue risposte sono state date: ora dovrà rispondere il Padre, entriamo nel novum che Dio crea nel mondo.

In quella croce eretta, dopo aver emesso l’ultimo respiro, viene deposto per ricevere una degna sepoltura. Tutto si fa silenzio, non ci sono più grida, la folla che fa ressa, lo spettacolo è terminato, e gli sguardi si spostano sulla Madre, si chiede a lei di essere Madre per ogni figlio abbandonato e dimenticato, di essere presente presso ogni croce, perché mai nessun uomo muoia solo e dimenticato, mai ceda alla disperazione.

Avviene qualcosa che spezza il silenzio, dopo tre giorni, prima dell’alba, alcune donne corrono per ungere il corpo, trovano la pietra sepolcrale rimossa, e sono avvolte da una luce luminosissima. Il silenzio è spezzato dalla Parola risorta, è stato chiamato alla Vita, attirato dal Padre, non lascia soli i suoi discepoli, ma li attende per riabbracciare i figli perduti e ritrovati, a prezzo del più grande amore.

Celebriamo il silenzio, celebriamo la vittoria, celebriamo l’amore, celebriamo e contempliamo la pasqua del Risorto, a cui spetta l’ultima parola, tocca a colui che ha rifiutato ogni inganno e seduzione, e soffrendo ha rinnovato per il suo popolo e per ognuno di noi l’alleanza con Dio.

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