Donna ecco tuo figlio. Le sette parole di Gesù sulla croce (4)

Donna ecco tuo figlio. Le sette parole di Gesù sulla croce (4)

Donna ecco tuo figlio. Le sette parole di Gesù sulla croce (4) 1024 717 Vincenzo Leonardo Manuli

Maria, … La strada è lunga

e su di noi la notte scende intercedi presso il Cristo “Terra del cielo”.

(E.B.)

Alla triste processione partecipa anche la Madre, assistendo ai sarcasmi, derisioni, crudeltà, con lo sguardo puntata sul Figlio, e attorno a lei una folla inferocita, cieca, che vomitavano tutto il male contro il condannato. Nel grido di dolore ai pressi della croce, un manipolo di persone, la Madre, il discepolo amato e alcune donne. Quel dolore diviene santuario di ogni ingiustizia perpetrata nella terra, l’urlo di chi soffre la violenza dei potenti, di chi strumentalizzare il potere, di  chi opprime i popoli: 

“Vidi la santa Vergine impallidire e tremare come una foglia; lei soffriva e condivideva nello spirito la stessa passione del Figlio. I crocifissori gli conficcarono il secondo chiodo nella mano sinistra. Udii i gemiti del dolore del Signore” (Anna Katharina Emmerick).

Come può una madre assistere al dolore del figlio e soprattutto quanto si tratta di un uomo innocente? Il vero discepolato si misura sotto la croce, è qui che i compagni di viaggio si mostrano autentici. Quando c’è il momento di rimboccarsi le maniche, di piangere con piange, di soffrire con chi soffre, subentra la paura, la vigliaccheria, tutti fuggono. La Madre non scappa, e il Figlio si rivolge a lei affidandola al discepolo e a sua volta si rivolge a lui consegnandogli la madre, un dono, un tesoro che sta tra le cose più proprie. 

“Gesù vede tutta la sua comunità, sotto la croce, una chiesa minoritaria, fedele al vangelo, . guarda che rappresentano Pietro e gli altri che sono fuggiti per paura, e Gesù risponde alla sua comunità dispersa mostrando il lato della maternità della comunità, ossia una capacità di generare credenti, una capacità di filialità, in cui i figli di Dio, i fratelli di Gesù riconoscono nella chiesa la Madre”.

La vera discepola è Maria, assomiglia al Figlio, membro eminente della comunità, la sua fede e il suo amore si fa concreto, perché l’ha sperimentato su di sé, un amore che si fa carne di Dio, e questo ingresso di ogni carne nello spazio di Dio si canta nell’assunzione, nel magnificat. In questa tappa guardiamo la Madre, tanti sentimenti, desolazione, pianto, angoscia, un immaginario ricco che ha ispirato poeti artisti, come quella immensa statua della pietà, le cui braccia straziate dalla sofferenza, tengono il figlio morto: quante donne, stando davanti a questa icona, hanno pianto e piangono il figlio morto; e quanti credenti pregano di essere accolti, alla fine della loro vita, nelle sue braccia materne, braccia di Maria madre, braccia della terra madre! Noi preghiamo alla fine di ogni Ave Mariaadesso e nell’ora della nostra morte

La croce è l’ultimo seme ben piantato in terra, la penetra in profondità, il sangue la irrora perché fecondandola tutto rinasca a vita nuova, e la Madre partecipa a questo mistero della redenzione, lei, la prima redenta, dal concepimento alla nascita, vive questo dolore che lo attraversa, per potere ridare la vita ai nuovi figli che rinasceranno dalle acque del fonte battesimale.

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