Tutto quanto farai per vendicarti
di un fratello che ti ha offeso,
ti sarà di inciampo nella preghiera.
P. Nilo
Non dovrebbe stupirci il perdono di Gesù, durante il suo ministero pubblico non ha fatto altro che riconciliare i peccatori con Dio, ha perdonato e guarito, ha accolto pubblici peccatori e prostitute, ha lavato i piedi ai discepoli, ha perdonato anche il malfattore sulla croce, e nel momento più tragico, compie tutto, intercede presso il Padre, per tutti noi, offrendosi come “vittima di espiazione per tutti i nostri mali”.
È duro perdonare chi ti ha fatto del male, la reazione naturale è la vendetta, di ripagare il nemico con la stessa moneta o forse di più. Non è forse vero che il sistema dice così? La vendetta è un sentimento umano molto pericoloso perché si pensa di ristabilire la giustizia con un altro male. Il perdono non è un colpo di spugna, è spiegabile solo nella follia dell’amore divino, e ci ha insegnato non a dimenticare, è difficile, ma a fare pasqua, andando oltre. Quando Gesù ha raccontato le parabole per parlare della misericordia, ha spiegato che Dio è come un abbraccio, un padre misericordioso che accoglie il figlio perduto, la pecora smarrita, che condona il debito.
Il perdono è iniziare di nuovo, speranza, pace in un mondo segnato da conflitti e vendette, guerre tra nazioni, famiglie, gruppi. Senza perdono è impossibile andare avanti. Il perdono è la colonna vertebrale dell’amore. Quando Gesù è Risorto, attraversa i muri del cenacolo, dona lo Spirito Santo e offre il perdono, non solo, invita i suoi discepoli a fare altrettanto.
Chi non sa perdonare vive nelle tenebre, non permette alla luce di penetrare, il cuore è annebbiato dall’odio, dal risentimento. Perdonare non è un meccanismo automatico, però è un gesto di profonda umanità, raro, possibile, e ci sono tante testimonianze, di riconciliazione, di pace. La pietra del sepolcro è stata rotolata, rimossa, per sempre, per tutti, e sono tante le pietre da rimuovere per vivere in pace con se stessi e con gli altri.
Gesù sulla croce, soffrendo, patendo tutto il male, egli si è addossato il peccato dell’uomo, con il perdono ha spezzato la sete di vendetta, ha lasciato all’altro le sue offese, è un atto di libertà, perché ha sciolto il cammino per compiere la volontà del Padre. Quando si perdona si è liberi dal male, non solo si cancella un debito, ma si guarda al futuro, è un atto creativo per il quale l’uomo perdonato è una nuova creatura. Quando avviene il perdono si spicca il volo, non si rimane più incatenati nel circolo vizioso della ritorsione. Senza perdono non c’è né fraternità e né sororità, non per forza si è obbligati a perdonare, non è una imposizione, ma si rimane incastrati nel livore di sentimenti i angoscia e di paura. Chi è stato perdonato e ha scoperto questa forza, sa perdonare; chi non perdona, il perdono ricevuto l’ha rifiutato quando non è stato capace di restituire quello che in anticipo gli è stato donato.
In Gesù accade una grande libertà di amare, la base del perdono è l’amore, un gesto concreto che ha mostrato verso i suoi discepoli che l’hanno abbandonato, è ritornato da loro e ha donato lo Spirito Santo. Il perdono è la libertà di Dio, senza risparmiarsi, ha fatto dell’obbedienza del Figlio un dono grande, nelle braccia spalancate della croce ha elevato la sua preghiera per tutti noi, possiamo contare sempre su questo perdono, gratuito, che purifica il nostro cuore e lo rende nuovo.
Lascia una risposta