II Domenica dopo Natale
02 gennaio 2021 (Gv 1, 1-17)
Il Natale del Signore è il tempo per rinnovare la nostra fede nel mistero dell’incarnazione, la bellezza del Logos consiste nel prendere sul serio la nostra figliolanza. Il solenne inno con la quale Giovanni apre il suo vangelo, inonda l’inizio di questo nuovo anno di una cascata di fiducia, di coraggio, di speranza, l’in-principio, la nuova creazione, ha Gesù Cristo al centro della storia e dell’esistenza di ogni credente, ma anche il termine.
La sapienza
Un proemio, una introduzione che indica ai lettori il racconto di una storia importante: il Logos si fa carne. L’incontro del cristianesimo con l’ellenismo, è soltanto uno dei tanti crocevia umani che il nuovo credo agli inizi della sua storia ha incontrato nella sua strada. Il Logos è una parola greca che ha diversi significati, racconto, discorso, ragione, sapienza, parola, e che i primi cristiani hanno dato una interpretazione: il Logos come epifania divina dell’amore. L’impero romano, la cultura greca, l’ebraismo, il paganesimo, erano l’ambiente d’inculturazione con cui la nuova fede ha dovuto convivere e dialogare. Il Logos non è solo un concetto filosofico, ma anche teologico, di più, è il racconto di una storiache ha Dio per protagonista, è una sapienza che però non è quella dei dotti, viene sì dall’alto, ma è umile, si fa carne, che significa debolezza, fragilità, abita in mezzo agli uomini, vive delle fatiche, delle lotte e dei dolori di ogni comune essere umano.
Si fa spazio
Il Logos è l’energia dell’amore divino, la forza gioiosa che fa diventare figli di Dio a chi lo accoglie. La sfida è divenire figli nel Figlio. Il mirabile scambio del Natale, Gesù nasce perché io (noi) possa (possiamo) rinascere. Si fa strada il Logos nello spazio e nel tempo, fra gli uomini che vivono nelle tenebre dell’ignoranza e del peccato. È l’origine di ogni cosa, il big bang dell’universo, la scintilla che ha dato vita a tutto quello che esiste: “Non solo gli esseri umani, ma anche la stella e il filo d’erba e la pietra e lo scricciolo appena uscito dal bosco, tutto è stato plasmato dalle sue mani” (E. R.).
La luce
La bella notizia è che il Logos, la luce, Gesù, non è semplicemente umano ma il Figlio di Dio, egli è venuto a vivere in mezzo a noi, e fa saltare tutte le leggi del normale comportamento umano. Il rifiuto della luce vuol dire fare la scelta di vivere nel buio, nelle opere di peccato, di convivere con il male. “Cristo non è venuto a portare una nuova teoria religiosa o un pensiero più evoluto, ma a comunicare vita, e il desiderio di ulteriore vita. Qui è la vertigine del Natale: la vita stessa di Dio in noi. Profondità ultima dell’Incarnazione. Il verbo si è fatto carne” (E. R.). Il Natale del Signore resta sempre la bella notizia, il regalo e il canto più grande ma umile. Purtroppo, siamo distratti, abbiamo scelto altro allo spalancarsi della gloria di Dio, invece di ascoltare e aprirci a quanto Dio vuole condividere, egli ci insegna la via maestra di questo nuovo anno, imparare a vivere da figli: Dio sceglie la via più difficile, l’umiltà, ecco la sapienza del Logos, si è fatto ciò che siamo per renderci partecipi di ciò che egli è (Cirillo d’Alessandria).
Domande
- La mia vita è fatta di luce? – Vivo da figlio di Dio?
SIGNORE, INSEGNAMI A CERCARTI E A DESIDERARTI
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
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