Lo spirito del Natale tra fede e paganesimo

Lo spirito del Natale tra fede e paganesimo

Lo spirito del Natale tra fede e paganesimo 2560 1920 Vincenzo Leonardo Manuli

Questa riflessione che voglio condividere tra il realismo e lo spirito del senso del Natale non è il racconto di una favoletta o il deja vù di uno schema poetico o di un copione scontato. Il Natale mi (ci) interroga, sul senso della storia, dell’umanità, del dolore, del male e del bene, della ferita, della vulnerabilità, della condivisione, dell’amicizia, della cultura, della vita di ogni giorno

Le promesse

La Sacra Scrittura a partire dalle pagine dell’antico testamento ci presentano una teologia della storia di profezie, di promesse, di segni, di salvezza, di Dio che è nella storia, e che nel nuovo testamento, nei vangeli in maniera sorprendente entra dentro, chiedendo il consenso, ad una donna,  di nome Maria. Una nota costante delle pagine bibliche è Dio che si fa amico, fedele, paziente, la cui collera è l’amore, che nonostante i disastri della storia dialoga, si fa vicino. Sono tanti i nomi con cui viene presentato Dio, e per il credente, un volto emerge su di tutti: Dio salva, Yeshua, il Dio con noi, l’Emmanuele.

Noi abbiamo fatto esperienza nella nostra vita di Dio che salva? Ci sentiamo salvatiRedenti?

Il vagito di Dio

Mi interroga il Natale, c’è un ricominciamento, cadiamo nell’abisso del niente, quando pensiamo alle vie percorse, ai fallimenti, ai tradimenti, agli idoli incensati, alle chiusure, ai nostri egoismi? Il nodo non è se siamo diventati più buoni, ma quanto abbiamo scoperto che Dio salva nell’incerto cammino e nel pellegrinaggio faticoso dell’esistenza, dove hic et nunc la sua promessa si realizza e diventa salvifica. Troppo scontato il Natale degli auguri e dei panettoni, dei regali e del presepe, dei gesti di circostanza e delle parole sdolcinate, dei messaggini e delle immagini colorate. Dio è entrato dentro la nostra carne ferita, piagata, risentita e ribelle contro tutto e contro tutti? E se nuovamente in questo tempo Diovuole fare con me e con te una nuova storia della salvezza? È tutto un nuovo inizio diceva un teologo da me amato, Dietrich Bonhoeffer. Grandi personaggi e protagonisti della storia, eroi e figure imponenti, credenti e non, marginali e dietro le quinte, nella storia di una lunga catena che arriva fino ad oggi, hanno imparato a leggere la storia con altri occhi, senza effetti speciali, e c’è chi è arrivato allo stupore che Dio salva, che noi senza di lui e lui senza di noi, non ha senso il nostro vivere, soprattutto per il discepolo di Gesù Cristo, la vita ha senso a partire da lui e finisce con lui. Il Dio che salvaè la storia di un’amicizia, di Dio che si fa uomo, la Parola che feconda il grembo di una giovane vergine, e si costruisce una casa, si spoglia di ogni privilegio divino, si fa povero e ama, diventa amico, l’amico che dona la vita, senza rivendicare nulla. Dio salva è Dio che compie per ogni uomo e per ogni donna la sua promessa di bene, e si consegna nella sua dimensione di fragilità, entrando in punta di piedi nella nostra vita, se accettiamo di essere salvati, non in un’operazione automatica e magica dove tutto è bello con un finale speciale e scoppiettante. Non c’è nessun gesto di forza di Dio, nessuna falsità, come siamo invece abituati noi a fingere nella maschera dell’ipocrisia per dimostrarci superbi, in piedi, con il petto in fuori e la testa in alto.

L’uomo smarrito

Quale è lo spirito del Natale? Come celebriamo la nascita del SalvatoreDio interrompe bruscamente il nostro cammino, in tanti modi, sempre Bonhoeffer diceva di lasciarci interrompere da Dio, ogni giorno, noi perduti e smarriti, abbagliati e drogati, lasciando che sia lui nell’apice dell’amore a consentirci nuovamente di vedere nella forma più inedita e quotidiana, un bambino, un padre e una madre, una mangiatoia e gli animali, una stella, i pastori e i magi, quel bambino che cresce in età sapienza e grazia, apprende un mestiere e vive in mezzo agli umani, si fa crocifiggere e poi scompare. 

Dopo la sua morte una notizia fa il giro del mondo: la tomba è vuota, il suo corpo non si trova più, perché continua a camminare nelle pieghe dell’umanità, a costruirsi una casa dentro il cuore di ogni uomo e di ogni donna, bussa e chiede il consenso di nascere e risorgere di nuovo.

Non se n’è andato, è rimasto il profumo del Natale, in un pezzo di pane, allora vuol dire che Dio è vivo!

Buon Natale da (c)redenti!

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