U’ zi’ monacu (Recensito da M. Bisconte)

U’ zi’ monacu (Recensito da M. Bisconte)

U’ zi’ monacu (Recensito da M. Bisconte) 1430 2090 Vincenzo Leonardo Manuli

U’ zi’ monacu – Un frate dal saio marronedi Vincenzo Leonardo Manuli (Recensito da Mariangela Bisconte)

Ho avuto modo di leggere in anteprima il libro U’ zi’ monacu – Un frate dal saio marrone” di Vincenzo Leonardo Manuli e a primo impatto è la copertina a colpirmi: questo colore così solare e vitale che ben si ricollega alla foto scelta, mi trasmette un senso di continuità, come di un legame indissolubile fra il protagonista della narrazione e tutto ciò che lo circondava.

Mi sono chiesta -prima di addentrarmi nella lettura- cosa dovessi aspettarmi da queste 139 pagine pubblicate da Luigi Pellegrini Editore: e sì, perchè di solito le biografie sono un po’ pesanti, a tratti “ammorbanti” e non proprio il mio genere prediletto, ma ho dovuto ricredermi immediatamente. Non è questa una biografia completa su padre Alessandro, quanto una testimonianza, un ricordo affettuoso da parte di chi lo ha conosciuto e lo ha amato.

La scrittura di don Leonardo scorre veloce ed agilissima (così come ho riscontrato in tutti i suoi precedenti volumi pubblicati e che ho avuto il piacere di leggere) ed in questa precisa narrazione, le pagine sono arricchite da un valore aggiunto: il ricordo affidato alle parole, fa sì che ciò che viene narrato si distacchi dalla carta stampata e diventi immagine nitida, viva e tangibile di quel preciso istante descritto. Ci si addentra nella lettura poco alla volta: all’inizio a piccoli passi incerti, un po’ come quando si entra in casa di amici e non si vuole disturbare, ma successivamente il trasporto ed il coinvolgimento sono così forti che si ha la sensazione di averlo conosciuto a nostra volta e per davvero questo frate dal saio marrone.

Padre Alessandro -al secolo Pasquale Nardi detto Pasqualino- parroco della parrocchia di San Giuseppe a Taurianova dal 1987 al 2011, era un uomo minuto, eppure la sua statura (sulla quale amava scherzare) non gli impedì di fare cose grandi, esortando i fedeli che gli erano stati affidati ad essere missionari. Ne viene fuori il ritratto semplice di un uomo mite, che pur avendo sofferto in giovane età, è riuscito a seminare bene, a farsi ben volere da tutti con quel suo carattere solare e dalla battuta pronta, che amava fare amicizia ed era curioso, capace non solo di fare comunità, ma di creare quel senso di famiglia accogliente che la Chiesa dovrebbe quotidianamente dimostrare d’essere.

Madre Teresa di Calcutta disse:

Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ombra buia di qualcuno, non è vissuto in vano

e la vita di padre Alessandro mi sembra la testimonianza più calzante da accostare alle parole di Madre Teresa: di fiaccole questo francescano, cappuccino e parroco ne ha alimentate parecchie e tutte ancora accese e luminose ed immagino che -a dieci anni dalla sua scomparsa- è felice di scoprire che il ricordo, l’affetto ed il bene nei suoi confronti siano così forti ed immutati.

Nello scrivere di questo ultimo lavoro di Manuli, mi è capitata sottomano una frase di Daniel Pennac che sento di dover condividere:

Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le pagine

e fra queste pagine non sfugge la narrazione più intima di Leonardo e di alcuni momenti ben precisi del suo cammino: tappe forse obbligate da percorrere per far percepire -al lettore e a quanti non ebbero modo di conoscere padre Alessandro- e far cogliere a pieno lo spessore, l’umanità, la fiducia che riponeva negli altri, senza mai prevalicare o sovrastare, ma rimanendo sempre a fianco e in ascolto; tappe obbligate da percorrere dicevo e in queste “confessioni”dell’autore, in questo suo “svelarsi” è facile cogliere quel suo lato tenero, sincero e ardente che solo chi lo conosce bene sa individuare e apprezzare.

Ciò che emerge alla fine della lettura de “Uì zi’ monacu” è che padre Alessandro ha saputo farsi pane e come il lievitol’amore che ha donato si è moltiplicato, divenendo gioiacondivisione e casa.

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