E li chiamò in disparte (cf. Mc 3,13-19)

E li chiamò in disparte (cf. Mc 3,13-19)

E li chiamò in disparte (cf. Mc 3,13-19) 2048 1536 Vincenzo Leonardo Manuli

(Esercizi Spirituali 5-10 settembre)

Ogni anno cerco di dedicare un tempo e un luogo alla pratica degli “esercizi spirituali”, sovente frequento la Casa dei PP. Passionisti di Roma, dove si alternano diversi predicatori, e quest’anno ci ha accompagnati don Luigi Maria Epicoco, affermato teologo e scrittore. Cosa sono gli esercizi spirituali? Molti non sanno che furono i padri del deserto a iniziare questo percorso, perfezionati da sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, i Gesuiti.

A questi esercizi spirituali si dedicano i preti, i religiosi, le religiose, ma non si escludono i laici. Il metodo degli esercizi è connesso allo spazio e al tempo, un luogo appartato per il silenzio, la meditazione del predicatore, la riflessione dell’esercitante, che fa un proposito, richiede una grazia, e ovviamente entra negli esercizi spirituali con serenità, per rafforzare rinnovare il cammino e per prendere alcune decisioni, l’opzione fondamentale della vita.

Il predicatore, don Luigi, si è intrattenuto sulla lettera agli Ebrei, abbiamo toccato diversi temi spirituali, qui non posso dare contezza di tutto, sono stati cinque giorni vissuti con intensità. Le lodi mattutine e i vespril’adorazione eucaristica, la messa quotidiana, la confessione sacramentale, il silenzio, e i momenti di riflessione personale. Anche nel refettorio per il pasto in comune e nelle camere, il silenzio è importante, si tace per ascoltare il Signore

Il protagonista non è tanto l’esercitante ma lo Spirito Santo, è lui che infiamma, purifica, corregge, guida. Gli esercizi sono un tempo importante di ascolto di incontro con se stessi, dove si porta la propria umanità, le fatiche, le sfide, le speranze, le fragilità di un tempo in cui si opera una revisione del modo di fare pastorale. Nella routine di ogni giorno ci dimentichiamo di avere una vita interiore e di coltivare una vita spirituale, i rituali possono divenire un’abitudine negativa che ci allontana da noi stessi.

Quale parola mi è rimasta dentro il cuore? L’opzione fondamentale della vita, la vocazione, la sequela Christi. Non è scontato, ogni giorno si rinnova il sì, bisogna fare i conti con le circostanze delle vita, gli insuccessi, le gioie, agitazione, le incomprensioni, e il cuore può divenire freddo e cinico o può aprirsi alla grazia di Dio. Forse pretendiamo troppo a noi stessi, e il male, il peccato, ci possono allontanare da Gesù Cristo: “Lasciati amare nella tua miseria, nella vita più autentica”, dice il Signore Pietro. È passato in questi in giorno il tema “fede”, qui siamo stati invitati a rivedere il nostro immaginario, idoli, false libertà, rifugi, compensazioni, immagini distorte di Dio che vanno purificate, e la fede è lotta, rischio, è fidarsi di Dio. La fede è il dono di uno sguardo nuovo, che non esime dalla croce, cioè, di non sfuggire al reale, essa è l’altra faccia luminosa e misteriosa.

In conclusione, un passaggio importante di don Luigi è stato la differenza tra ragione e cuore, quest’ultimo non ci può imbrogliare, è “oggettivo”, avverte la “distanza tra ciò che è vero e ciò che è falso”. Ci si sente spesso sbattuti da una parte e dall’altra, presi a schiaffi e a calci, tappabuchi e messi in panchina, eppure si continua a seminare, come l’immagine che offriva San J. M. Escrivà de Balaguer: “Noi siamo come un sacco pieno di grano, da spargere ovunque e tutti prendono a calci”.

Qualunque cosa ti accada nella vita, taci (Detti Padri del deserto)

Lascia una risposta

INVIAMI UN MESSAGGIO, TI RISPONDERÒ QUANTO PRIMA.

[contact-form-7 404 "Non trovato"]
Back to top