TERZA DI QUARESIMA (C) – Lc 13,1-9
Noi non conosciamo Dio, possiamo solo rappresentarcelo, purificando le immagini false e le proiezioni che abbiamo nella nostra mente ma che non sono nella realtà, sedimentate da una errata formazione catechistica o da una mentalità che vede un Dio controllore e che castiga. Gesù ci ha narrato chi è Dio: un Dio paziente che sa attendere, che dà fiducia, un Dio contadino-paziente-fedele.
ATTUALITA’
È spontaneo interrogarsi sul perché di alcuni eventi drammatici e spesso ci si mette dentro Dio a sproposito. Il dolore innocente, la sofferenza, la violenza, l’esperienza del male che ci abita dentro, spesso non ricevono una risposta. Poi ci si mette chi parla di un Dio che premia i buoni e castiga i cattivi. Pilato aveva ucciso alcuni Galilei, una torre era crollata rovinosamente su alcune persone: come interpretare questi fatti di cronaca? “Gesù vuole aprirci a credere che l’umanità è costituita da ladroni sulla croce, amati tremendamente perché figli e non per le opere buone compiute” (PS). Questa è la verità cristiana.
DELITTO E CASTIGO
L’equazione peccato-castigo, Gesù la distrugge. Dio non può castigare mai. Chi riesce ad affrancarsi da questa giustizia retributiva? A volte ci sono predicatori e pseudo profeti che minacciano un intervento di Dio forte, quasi quasi, un Dio terrorista che impaurisce. C’è chi invece per rassicurarsi e convincersi di aver bisogno di un Dio-idolo per manipolare le coscienze e abusare della religiosità delle persone, strumentalizzando il nome di Dio.
GIUSTIZIA RETRIBUTIVA E MERITOCRATICA?
Le persone interrogano Gesù, ma c’è un male ci abita dentro e rende la vita sterile, di conseguenza il campo stenta a produrre frutti, ma Dio è paziente. Lo è stato con Mosè, con i Corinzi, con i discepoli, con le folle, anche con noi, che fatichiamo ad uscire da ragionamenti ingenui ritardando la conversione. Alcuni fatti di cronaca, come quelli del vangelo servono come ammonimento, per la nostra conversione. Ci si illude di comprendere gli avvenimenti quotidiani, a cogliere i differenti aspetti e con conclusioni sbrigative e fuorvianti tipo: chi ha peccato avrà la giusta ricompensa! Quale lezione? “Stanno l’una di fronte all’altra la giustizia umana retributiva e la giustizia di Dio, che non solo contiene in sé la misericordia, ma è sempre misericordia, pazienza, attesa. Il contadino accorda la fiducia, sa aspettare i tempi degli altri” (EB).
MACROTHYMIA
La nostra esistenza è fragile, e non si prende sul serio la conversione, a volgere il nostro sguardo a Dio, a ritornare con tutto il cuore a lui. Gesù nel risponde ad un evento di cronaca e nella parabola del fico richiama: “Dio è paziente perché ci ama, ci vuole bene e attende la nostra conversione”(RL). La pazienza di Dio è un sentire in grande, macrothymia, è il desiderio di Dio che la nostra vita possa fiorire e Gesù non si stanca di venire a cercare frutti di bene nella nostra vita: “una pazienza che nasconde in cuore il sogno, che accarezza e sospinge, che accompagna e guida: la pazienza di Dio, insomma, che accetta il nostro povero amore, le nostre virtù sgangherate, gli altalenanti buoni propositi e i tempi di sterili aridità” (LV).
Dio non è un padrone assoluto. Dio non è un idolo dove ogni tanto si paga un pedaggio. Dio non è quello arcaico degli inizi che genera la religione della nostalgia. Dio non si rassegna, è paziente, piange di felicità per la nostra conversione.
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