L’IA (Intelligenza Artificiale), non è una semplice macchina, siamo noi a dare un fine per fare qualcosa e lungi dall’idea che siamo di fronte ad un giocattolo, è molto di più di quello che sappiamo e che ci provoca al senso dell’umano. Parliamo con una macchina che è intelligente, una intelligenza che è differente da quella umana, questa ha una sua specificità, di coscienza, libertà, di stupore, di sentimenti.
L’IA cambia il mondo con cui facciamo tante cose, affidiamo calcoli, creare qualcosa di specializzato, la gestione e l’organizzazione di funzionamento di una istituzione, di avere la capacità di fare di più e fare di meglio.
La quarta rivoluzione industriale è anche una rivoluzione del linguaggio, tanti termini sono entrati e stanno entrando nella nostra cultura, di cui non ne abbiamo il senso, li usiamo, ma non siamo competenti. L’IA si è sviluppata tantissimo, preoccupa la sua velocità e la capacità di adattarsi, ma anche la consapevolezza. È entrata nella nostra vita, – basta avere in mano un cellulare -, nelle nostre case, nel lavoro, nelle istituzioni. Fissiamo una data importante: Anno 2007, è il big bang della fusione tra uomo e macchina. Steve Jobs crea l’Iphone, ecco, l’homo technosapiens che si trasforma in macchina. La velocità della tecnologia e la capacità di adattarsi dell’uomo fa riflettere.
Prima di parlare di che cosa è il cyborg, parliamo di alcune applicazioni pratiche, come il magnete o impianti sotto pelle per interagire con i dispositivi, un microchip come chiave d’accesso per aprire applicazioni e fare pagamenti. Perché applicarsi un microchip sottopelle? Curiosità? Vanità? Comodità? Chiaro è che l’essere umano interagisce con la tecnologia, come nell’ambito medico, serve per migliorare la nostra vita, potenziarci, curarci: l’uso dell’esoscheletro, protesi robotiche, estensioni artificiali e intelligenti per aiutare le persone a muovere gli arti. Sono strumenti innovativi per migliorare la qualità della vita, aiutare noi e il nostro corpo, come anche un robot che aiuta alla riabilitazione di un arto. Tutto questo cambierà la vita di molte persone, non solo nell’ambito medico, anche nel settore lavorativo, della sicurezza, come ad esempio le tute robotiche per sollevare pesi.
La domanda è d’obbligo: È mai esistito il corpo naturale? Da quando abbiamo iniziato a usare la technè il corpo non è più naturale. Da tre milioni e mezzo di anni produciamo artefatti, una storia che va avanti da tanto tempo. La tecnica già da tempo l’ha modificato, è ibrido, se pensiamo anche agli strumenti più semplici che usiamo nella nostra vita.
È in campo il progetto Neuralink di Elon Musk, un microchip biocompatibile all’interno del cervello umano, potrebbe aiutare persone con disabilità, con la possibilità di muoversi con il pensiero, riuscire a dare i comandi a macchine esterne; microchip innestati dentro il nostro corpo per controllare attraverso le onde cerebrali una macchina.
Abbiamo trattato dei risvolti positivi, ma se ad una persona viene impiantato un microchip non ci può essere il rischio di essere hackerati? Il tema è di grande interesse, per la sicurezza. La scienza e la tecnologia studiano il cervello umano, ma hanno bisogno della filosofia e l’etica, i confini, i limiti, al cui centro ci deve essere l’uomo, come diremo più avanti.
Un’altra realtà è quella del metaverso, l’orizzonte del corpo digitale è un business che in questo momento ha previsto un investimento di circa sette miliardi di euro.
Il cyborg è la nuova umanità? Il cyborg è l’unione tra l’organismo e cibernetica, vivente e meccanico, organico e artificiale. Si sta costruendo una weltanschauung che provoca interrogativi, richiede approcci interdisciplinari, di fronte ad un paradigma nuovo in cui l’umanesimo cyber della relazione uomo-macchina, dell’uomo potenziato e aumentato, onlife e online, sempre connesso, sta ridefinendo la sua umanità e i suoi valori, dove le decisioni vengono prese dalle macchine, una delegazione preoccupante.
In un saggio, Cyberumanesimo (2024) di Marco Camisani Calzolari, vi è un richiamo a riaffermare il ruolo predominante dell’uomo nell’era digitale, a garantire che la tecnologia sia uno strumento nelle nostre mani. Altri autori, – la letteratura sull’IA è abbondante -, propongono un itinerario di esercizi spirituali: Umano poco umano. Esercizi spirituali contro l’intelligenza artificiale (2024) di Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti, la proposta di preparazione psicologica e culturale e la forza dei classici della filosofia potranno renderci più forti e in grado di controllare l’IA.
La nostra vita è già cambiata, è un’interfaccia tra noi e la realtà. Quando vogliamo acquistare qualcosa, l’uso di un elettrodomestico. Da settantamila anni siamo su questa terra e noi la trasformiamo.
Grazie per questi tuoi articoli riguardanti l’IA, sono davvero affascinanti e stimolanti.
Mi ha molto colpita la tua domanda “È mai esistito il corpo naturale?”… Per provocazione mi verrebbe da chiedere: “non è forse il corpo stesso un supporto?”… E ancora: credi ci sia il rischio concreto -in un prossimo futuro- che qualcuno ci spenga o ci accenda a piacere e a convenienza? Magari qui rientriamo maggiormente nella narrativa distopica, chissà…