IN FILA – DOMENICA 12 GENNAIO 2025 

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IN FILA – DOMENICA 12 GENNAIO 2025  990 433 Vincenzo Leonardo Manuli

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C) – Luca 3,15-16.21-22

Bisogna soltanto non chiudere gli occhi per non rimanere privi della luce. Lev Tolstoj

Arriva l’Inatteso, adulto, cresciuto, formato nel carattere, nel corpo e nello spirito, dopo il mistero dei trent’anni vissuti a Nazareth. È l’ora di dare testimonianza e annunciare quello per cui si è incarnato e si è preparato: il Regno di Dio è qui! Immagino la sorpresa dei suoi genitori, dei suoi amici, dei suoi paesani, ma chi si stupisce di più è il profeta del deserto, il Battista. Se lo trova davanti, scopre un Messia diverso da come lo immaginava, che condivide la sorte di tutti, un Messia che si mescola. Dio passa, arriva quando meno te l’aspetti, questa è la fede e questo è il mistero.

Inatteso

Sei tu il Messia? Senza pudore, senza vergogna, in fila con i peccatori, in fila con tutti gli altri senza pretendere privilegi o almeno un cedere il posto, confuso tra tutti. “E Giovanni scende dall’altare delle attese della gente, per dire: no, non sono io. “Viene dopo di me colui che è più forte di me”. Di quale forza? Lui è il più forte perché usa parole di vita, perché ha un fuoco che parla al cuore e così lo seduce, come profetizzava Osea” (E.R.).

Ci sono i dubbi, la fatica e lo scoraggiamento che a volte ci invadono e ci deprimono, invece, si apre nel cielo “una feritoia liquida d’azzurro” (E.R.), un segno di speranza, è lo stile di Dio, ci sorprende, ma quanta fede ci vuole, quanta speranza, quanto amore per vivere giorni di buio, giorni in cui la strada si fa’ difficile: “Dio non è nel clamore, non è nell’urlo, non è in quello spasmodico bisogno di veder riconosciuti i nostri diritti, non è nel contrapporsi. Altro è lo stile di Dio: certo, fatichiamo a riconoscere che Dio è piuttosto nel sottovoce, nella modestia. Guai a declinare la fede secondo i caratteri della presunzione e dell’arroganza, inseguiremmo una logica antievangelica” (Antonio Savone).

I paradossi della fede sono tutti nell’Inatteso, Giovanni che sogna aie bruciate, Gesù aspetta quel po’ di acqua sul capo, Giovanni che aspetta vento che spazza la pula, incontra un Dio che non conosceva, Gesù, che è esclusivamente buono, in fila con gli altri scende al fiume. e, una volta ricevuto il battesimo, si ferma a pregare: “Si apre, il cielo, e dice parole di tenerezza: mi sei figlio, mi assomigli, sono fiero di te. Cielo e terra si saldano, Dio e uomo si baciano. Un bacio di padre tenero, un bacio di figlio amato” (L.V.). 

Immersi nell’immenso non sapere

La fede non è un conoscere, è un sperare, la fede è un non sapere, una scoperta, l’Inatteso imprevedibile, l’Inedito discreto e umile, forse a torto pensiamo ad effetti speciali, miracoli straordinari, anche se nessuno lo riconosce, Egli abita il quotidiano, quelle acque in cui Gesù scende sono purificate, santificate,  “Gesù scende dove i peccatori hanno consegnato le proprie colpe. Dio si sporca e si compromette con l’umanità. È un Dio vicino che si confonde con noi. Un Dio che comprende la nostra umanità” (G.P.).

Oggi, Gesù ricomincia con te, il battesimo accade sempre, su di te scende continuamente lo Spirito del Signore, lo Spirito scende infatti come una colomba, alla colomba che sta nelle fenditure delle rocce e tu diventi il nido della colomba di Dio, un nido di parole e di fuoco.

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