SECONDA DOMENICA DOPO NATALE – Gv 1,1-18
La luce c’è, a volte non riusciamo a vederla, la rifiutiamo, forse per i nostri peccati e per la nostra stoltezza, forse per la fatica di credere in Dio e per la mancanza di speranza. Dio è luce. Se usciamo dal nostro egoismo, dalle nostre stanze buie, se apriamo le porte e le finestre della nostra vita, la luce può entrare: “Sembra paradossale, ma a volte preferiamo che questa luce resti fuori dalla nostra vita, perché abbiamo paura che ci faccia vedere una realtà difficile da accettare. Magari siamo proprio noi, i suoi, quelli che rifiutano questa luce, perché sappiamo già quello che ci farà vedere” (G.P.).
Luce e vita
Siamo ai primi giorni di questo nuovo anno, chissà quante novità si affacceranno: attese, speranze, cambiamenti, ricominciamenti. Ci siamo lasciati alle spalle un altro anno, siamo pronti a ripartire, con occhi nuovi e cuore nuovo, ad affrontare le sfide e le difficoltà della vita, a mantenere la direzione, l’eternità, senza questo orientamento di senso, si cela quella disperazione che ci ricordava il filosofo danese Søren Kierkegaard. Siamo invitati a respirare un nuovo anno, ricco di possibilità e di fiducia: “E Giovanni continua parlandoci di luce, di una luce che è uguale a vita, che è vita stessa, quasi un suo sinonimo; come se ci dicesse: se sei nel buio ti basta guardare la vita, quella piccola, quotidiana vita che ti avvolge, che cresce intorno a te, a tua insaputa, nascosta, ma tanto potente che nessuna tenebra potrà mai vincerla” (L.V.).
La Parola è la luce
La luce è una metafora, teologica e poetica, questa luce si è incarnata, si è fatta uomo, carne, la Parola che rinnova nel quotidiano, contro l’abitudine e la banalità della superficialità che rischia di sopraffarci, quella banalità del male teorizzata dalla filosofia ebrea H. Harendt, intesa come la condizione spirituale che svuota il senso della vita, privandola di tensione e significato. Questa luce vuole illuminare ogni uomo, tutto il mondo, solo nella misura in cui rinneghiamo le nostre tenebre ci possiamo consegnare al rischio della luce vera. La liturgia indugia ancora sul solenne prologo di Giovanni, già ascoltato nel giorno di Natale. La luce è presentata come forza creatrice che dona vita a tutto ciò che esiste e che si rivela imbattibile dall’oscurità, a dare la vita in abbondanza: oggi “dovremmo capire che Dio è l’abbondanza di vita, lo straripare di luce che non ti aspetti, è Colui che mette le ali ai semi, che ci insegna a danzare come alberi col vento, come onde con la marea” (L.V.).
La festa della luce
Natale è la festa della luce, “questa luce arriva nella nostra vita attraverso la Parola: In principio infatti c’è la Parola” (G.P.). Perché non riusciamo a vederla questa luce? “Nonostante tutto la luce vera è il senso profondo della realtà, un mistero di amore grandissimo e inarrestabile che coincide con la realtà di Dio e del suo eccedente amore. Tuttavia, questa luce autentica, in rapporto alla specie umana, deve affrontare l’incontro – mai scontato – con il mistero di un’altra libertà, la nostra” (R.P.).
Sguardo penetrante
Continuiamo a meditare il mistero della fede cristiana, tuttavia saper vedere le cose non basta a una vita vera, occorre capirne anche il senso, saper vedere la loro verità, cioè il loro significato. Per vedere la realtà è sufficiente un attimo, per capire il senso di una storia – la nostra magari – talvolta non basta una vita intera. Possiamo essere felici soltanto nella misura in cui riusciamo a cogliere quale tesoro sia nascosto nel groviglio dei nostri giorni, dei nostri sorrisi e dei nostri sbagli, quale speranza il Signore stia porgendo al nostro cuore.
Scriviamo un nuovo capitolo nella storia della nostra vita. forse ci diciamo spesso le stesse cose, rinnoviamo le nostre parole alla luce della Parola di Dio. Chiediamo allo Spirito lo sguardo penetrante per entrare nel cuore delle cose, della realtà, delle situazioni e delle relazioni della vita. Il Natale del Signore ci comunica la gioia di una verità che nessuno di noi potrebbe darsi, siamo figli di Dio, scelti, pensati, amati, voluti da sempre, per sempre.
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