XXII TEMPO ORDINARIO (B) Mc 7,1-8.14-15.21-23
Quando viene meno il rispetto per l’uomo, quando situazioni d’ingiustizia e di oppressione non promuovono il vero progresso umano, quando non c’è la rottura e un vero cambiamento con il male (mafia, violenza, guerre, droga), quando l’uomo non è liberato, da costrizioni umane e tradizioni umane, il vangelo, con il suo messaggio sovversivo, la chiesa quale forza rinnovatrice della società, non possono esimersi di portare il proprio contributo, mettendo in guardia da forme di religiosità oppressive, ossessive e superficiali. Tutto l’insegnamento di Gesù ha un punto di partenza: l’igiene interiore, cioè la nostra capacità di saper cambiare dentro per primi, cambiare e amare.
Falsa religiosità
Gesù Cristo ha superato le tradizioni umane e le distinzioni tra “puro” e “impuro”. La vera impurità è dentro, e ciò che può trasformare l’uomo è l’amore, perciò è necessario ritornare all’autentica volontà di Dio, quando la parola accolta con umiltà dovrà essere una sincera espressione di fede che opera nella vita morale. L’apostolo Giacomo ci mette in guardia dal pericolo di scivolare in una forma di religiosità che sia non solo esteriore, ma inutile per un cammino reale di avvicinamento al mistero di Dio. In ogni pratica e in ogni impegno di vita “religiosa” c’è il rischio di illudersi!
La speranza cristiana
Gesù non sopporta l’ipocrisia. L’ipocrita è colui che recita, e spesso questi sono stati destinatari delle sue invettive, parole dure, aspri rimproveri, a chi pensa che la religione sia una serie di regole umane, ed è staccata dal cuore e dall’impegno di vita morale, di chi scinde la fede dalla vita. Essere in rapporto a Dio non lo si misura dalla nevrosi di come si difendono gli schemi e si enfatizzano dettagli di poco conto. I “teatranti”, così li definisce Gesù, sono quelli attaccati ai rituali, alle apparenze, invece il Dio di Gesù Cristo è rivoluzionario, che non sopporta le incoerenze e che deride i bigotti. “L’invito di Gesù è di guardare cosa c’è nel proprio cuore, il cuore è la nostra bussola, ci orienta lo sguardo, ci muove verso i nostri desideri, ci guida sul cammino” (L.V.). La speranza di Gesù è che un cuore sempre più purificato e illuminato – non dalla paura di peccare, ma dal desiderio di amare – renda capaci le nostre mani di porre i gesti giusti e belli della misericordia e dell’amore.
La magna charta del credente
Dio vuole l’uomo libero, i suoi comandamenti hanno il valore e lo scopo di indicare la sua volontà nel confronti dell’uomo, solo se messi in pratica, se osservati, divengono la “terra promessa” che conducono alla vita. La giustizia, la misericordia e la fedeltà, sono alcune delle opzioni fondamentali del credente che traducono la sua capacità a corrispondere alla realtà così come si presenta (giustizia): dal saper amare gli altri per come sono, cioè nella loro miseria (misericordia), e dalla coerenza di come si sanno fare delle scelte che non smentiscano ciò che pensiamo essere vero, buono e giusto (fedeltà).
Se invece di essere giusti si diventa furbi, se invece di essere misericordiosi si diventa rigidi, se invece di essere fedeli si diventa opportunisti, a cosa serve tenere in piedi un apparato religioso? Signore, aiutaci a fare la pulizia del cuore, è la vera e santa liberazione, se togliamo la malizia che ci abita abbiamo compiuto tutto il necessario dei comandamenti che ci ha dato Dio, e abbiamo anche cambiato il mondo.
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