XXI TEMPO ORDINARIO (B) Gv 6,60-69
Gesù pone i suoi discepoli e gli ascoltatori a un bivio, una scelta decisiva e libera: la conclusione del discorso sul Pane di Vita si fa drammatica, ribadendo che per entrare in comunione con il Padre occorre masticare la sua carne, cioè tutta la sua vita, passione, morte e risurrezione. Un lungo discorso che segue la moltiplicazione dei pani e dei pesci, chiarendo che l’amore non costringe, ma apre ad una libertà di scelta.
La fatica del vivere
Gesù parla al cuore, sa che c’è una fatica del cuore, sa che c’è una durezza, l’orgoglio, un guscio invulnerabile, una scorza resistente. Fino a quando l’uditorio ha masticato quel tozzo di pane per sfamare la fame del corpo, tutto andava bene, quando Gesù alza l’asticella, iniziano le defezioni e i tradimenti. Meglio evitare problemi e non mettersi nei guai! Seguire Gesù non è una corsia preferenziale, la sequela non è ottenere dei favori, fin quando tutto va bene. Abbiamo esperienza che la vita continuamente ci sperona, ci sbalza per terra da tutte le nostre illusioni e segue una delusione forte che ci scuote, quando l’immagine che ci siamo fatti di Dio non è la nostra.
Siamo in un grande mistero
“Gesù ci vuole unire intimamente a sé, per essere una sola cosa con il Padre, con lui, nello Spirito. Come nell’unione nuziale, così per mezzo della fede, incorporati in Cristo nel battesimo, raggiunge il vertice nell’unione sacramentale dell’Eucaristia, nel banchetto di nozze che il Padre ha preparato per il Figlio. In questo banchetto di nozze lo sposo si unisce tanto intimamente alla sua sposa da farsi suo cibo e bevanda per diventare la sua vita, perché i due vivano un’unica vita, quella dello sposo” [1].
Parole dure
Molti restano scandalizzati della parola di Gesù che considerano dura, e l’uditorio si assottiglia; indubbiamente il colmo è stato raggiunto con l’immagine della carne e del sangue, da mangiare e da bere. Quei discepoli che avevano visto dei segni si ritirano, perchè giudicano in modo carnale e non spirituale. “Piuttosto Gesù sta chiedendo ai suoi – e quindi anche ai cristiani di ogni tempo – di accettare lo scandalo dell’incarnazione, di una carne e di un sangue offerti per la vita del mondo, assumendo il suo stesso stile: la testimonianza di una vita donata” (E. C.). La proposta del Pane di vita è una proposta autentica, mette seriamente in crisi; Gesù non ha paura di perderci, siamo noi che abbiamo paura di ascoltarlo, “e quando l’annuncio del Maestro si allontana così tanto dalle mie convinzioni tutto diventa duro, oscuro, lontano: perché amare i nemici? Perché porgere l’altra guancia? Possibile che i ladri e le prostitute mi precederanno nel regno dei cieli? Perché spingere il cuore ad aprirsi su questa vertigine? Mi accorgo allora che la durezza è nel mio cuore che non riesce ad aprirsi alle Tue parole di tenerezza, che si ostina a volerti costantemente plasmare a mia immagine o a tentare di ridurti al mio piccolo e meschino tornaconto. Cosa avrei fatto se fossi stato tra loro in quei giorni? Da che parte sarei stato?” (L. V.).
Chi servire?
Gesù non indietreggia: Volete andarvene anche voi? La sua proposta ci sembra esigente, dura. In cosa consiste? Se vuoi scegliere qualcosa devi rinunciare, non è una privazione ma un segno della nostra dignità che ci qualifica. Perché non si fanno più le scelte? Avremmo voglia di andarcene. A Gesù non interessa il numero dei seguaci. Per avere più uditorio abbassiamo il prezzo del prodotto? Non mi sembra che le parole di Gesù e il vangelo di questa domenica indichino questo. Non ci appaga questa vita? La fede in Gesù non ci dà senso? Ritorneremo domenica prossima a Messa? “Ciò che sta al cuore della missione del Figlio, e dunque ciò che giustifica la sequela, è questo: da lui è possibile attingere la vita, e una vita che ha la qualità dell’eternità. Almeno Pietro, alla fine di questo lungo discorso, giunge a comprendere e dichiarare il senso della discesa del Figlio. Ma c’è di più: egli giunge a intuire anche l’origine di Gesù, altro grande tema del discorso” (S. C.).
Signore, aiutaci a ri-sorprenderci davanti al grande mistero dell’Eucaristia, Signore donaci il coraggio di resistere quando la vita si fa dura, Signore, aiutaci a restare all’urto delle tue parole. Dove potremo trovare salvezza?
[1] Cf. Monaci Certosini, in La Chiesa in Preghiera, LEV, Città del Vaticano, 2024, 59-69.
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