RIDERE HA UN SENSO!

RIDERE HA UN SENSO!

RIDERE HA UN SENSO! 598 319 Vincenzo Leonardo Manuli

«Se mi fosse possibile fare un regalo alla prossima generazione, 

darei ad ogni individuo la capacità di ridere di se stessi».

Charles M. Schulz (1922-2000)

Nella vita ci sono diverse cose indispensabili, tra queste, l’umorismo, il sano umorismo ovviamente, l’ironia, il sorridere e sdrammatizzare. È un esercizio rilassante sotto diversi punti di vista, combatte lo stress e le tensioni, una forma di allenamento intellettuale, sociale, spirituale, anche religioso. L’umorismo mostra una prospettiva oltre, un’altra faccia, e ce n’è bisogno, di fronte alla violenza, ai drammi dell’esistenza, alla lotta del vivere quotidiano, i limiti e le fragilità, la morte stessa, per questo ho voluto citare il pensiero di un indimenticabile artista, Charles M. Schulz, detto Sparky per gli amici che ci ha fatto sorridere e fantasticare con i suoi personaggi, Snoopy, Charlie Brown, Linus, Lucy, Sally, i Peanuts e tanti altri.

Uscendo di scena con la sua morte, anche i suoi personaggi se ne sono andati con lui, tuttavia vivono con noi, ed è stato un suo desiderio in una intervista dove disse che “i suoi fumetti sono stati la sua vita, un senso come per gli altri artisti, i musicisti e i poeti che compongono sinfonie e poesie, lo fanno perché per loro la vita non avrebbe alcun significato se non lo facessero”. Una clausola nel suo contratto prevedeva che i personaggi morissero con il loro creatore, Charles lo ripeteva spesso: “Quando non potrò più disegnare, non voglio che nessuno prenda il mio posto”.

Ha un senso ridere? È serio ridere? Chi non ride come può essere descritto?

Ogni tanto mi getto nella poesia, racconto la realtà però nella parodia di situazioni e di personaggi, a volte troppo identificati con il loro ruolo. Preferisco molto quella dialettale, e devo ammettere che mi riesce vedere la realtà nella sua profondità, che ha tante sfumature, a parte che sorridere fa bene al cuore e ai muscoli facciali.

In un salmo, «Se ne ride chi abita i cieli» (2,4), parla di Dio che non sta dall’alto come giudice spietato oppure che fa sberleffi, ma partecipa alla vita umana e “dà forza ai suoi santi”, commenta sant’Agostino, cioè dona quell’energia spirituale che aiuta a guardare la realtà da un’altra prospettiva, a non fissarsi in maniera patologica su quella circostanza che potrebbe inghiottire in un vortice da cui è impossibile uscire. 

Esempi ne potremmo fornire tanti, comicità, romanzi, poesie, film, quasi profetizzanti del tempo che stiamo vivendo. Chi avrebbe immaginato che avremmo dialogato con macchine e computer che ci ripetono sempre la stessa cosa? Oggi c’è l’intelligenza artificiale, una macchina pensate e sapiente con cui spesso litighiamo. Ultimamente guardo una famosa gag del duo Troisi-Benigni nel film Non ci resta che piangere (1984): questi devono attraversare la frontiera con un carro al costo di un fiorino. Il doganiere e il soldato sono come degli automi, e tra incidenti ed equivoci mostrano la serietà e la comicità di questo tempo.

In questo caldo estivo, pensando al sudore, alla camicie alonate, tra deodoranti e creme, climatizzatori a palla, sorsi d’acqua per arginare la sete che secca la gola, tra una battuta e l’altra, ci vuole una breve sosta, rinfrancante e riposante, per riprendere il lavoro e la lotta della vita, dove chi vince è la pazienza e il dono di un sorriso che ravviva il cuore e le relazioni.

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