È IL MIO CORPO – DOMENICA 2 GIUGNO 2024

È IL MIO CORPO – DOMENICA 2 GIUGNO 2024

È IL MIO CORPO – DOMENICA 2 GIUGNO 2024 400 252 Vincenzo Leonardo Manuli

La vita è tutta una preparazione, e Gesù si è preparato, si è allenato, presentandosi per ogni generazione in una forma umile, semplice e quotidiana. Ci si prepara a tante cose, a una difesa di tesi, alle nozze, a consacrare la vita al Signore, a un intervento chirurgico, a un incontro tanto desiderato e, infine, a morire, cioè a entrare nella vita da figli di Dio. Gesù si è preparato al momento decisivo che noi contempliamo in quelle parole sacre e benedette: Prendete e mangiatene .. Prendete e bevetene .. 

Ma cosa ne abbiamo fatto della Messa?

Gustiamo, contempliamo, il mistero della fede, in semplicità. A me, queste sacre parole creano sempre timore, stupore, adorazione. Io le pronuncio, presto la mia voce, il mio corpo, le mie mani, la mia vita, ma è lui il protagonista. In queste parole, Questo è il corpo, .. Questo è il sangue, .. c’è tutta la vita di Gesù, la pienezza umana e la pienezza divina. Gesù non offre cose, ma se stesso, si fa dono, volontariamente, amando fino all’estremo e dispiegando una straordinaria liturgia del dono di sé. Presentando sé stesso, donando sé stesso, si fa presente, tutta la sua esistenza, passione, morte e risurrezione.

Cosa abbiamo compreso dell’Eucaristia?

Il Cenacolo

L’Eucaristia è relazione, coinvolgimento; mi fa pensare tanto all’amicizia e all’intimità con cui Gesù vuole entrare in rapporto con noi. L’Eucaristia è il sacramento del perdono, della misericordia. In quella notte, il giovedì santo, prefigura la sua passione morte, il sacrificio della croce. In un’atmosfera conviviale di ristoro dei corpi e di intimità dei cuori, egli raduna i suoi attorno alla mensa e li rende suoi commensali, mostrando che il cibo non è solo funzionale al nutrimento ma anche al rinnovamento, che il cibo non è soltanto per lo stomaco ma è legato all’amore e all’unità che fanno della mensa un’esperienza di celebrazione festosa e di rigenerazione che provoca al rinnovamento della qualità dei rapporti interpersonali, a ricevere nutrimento per nutrire i propri fratelli e le proprie sorelle” (R. M.).

Come viviamo la Santa Messa?

Adorazione

A volte nelle Messe si ride, si chiacchiera, si scherza, si entra e si esce per rispondere al cellulare, si fa spettacolo, purtroppo. Sull’altare, sotto le specie del pane e del vino, il corpo e il sangue di Cristo, un perpetuo memoriale, il rendimento di grazie, più che una generosità di Dio, è il testamento d’amore salvifico: “Guardate quello che io ho fatto per voi!!. Fate questo in memoria di me, una presenza dinamica, viva e attuale, il Corpo del Veniente entra nel corpo ecclesiale per divenire il Corpo mistico di Cristo. Il corpo è la concretezza relazionale della persona, il suo coinvolgimento pieno nello spazio e nel tempo, nella storia, nei rapporti. 

Come adoriamo il Signore nella Santa Messa?

Missionari Eucaristici

Siate eucaristici, invita Paolo. La Messa è vita, è il coinvolgimento di Gesù, della sua vita che diventa anche nostro, un invito ad essere eucaristici, ad offrire tutta la propria vita, a rendere grazie, a lodare Dio, a intercedere, è questo il culto spirituale, e la vita si realizza solo in modo pasquale e diaconale, nell’offrire i nostri corpi servendo gli altri con amore, nel lavoro, nella famiglia, nell’ambiente professionale; la liturgia è la partenza che ci invia come missionari dell’amore e della misericordia sperimentata nella Santa Messa.

Non trascuriamo questo grande Sacramento, mistero della fede e dell’amore di Dio per noi.

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