Gioia Tauro marina, domenica 26 novembre, ore 16.00.
Una giornata fredda, il cielo sereno con un po’ di nuvole, a colorarlo di bianco e di grigio, più lontano qualche minaccia di pioggia, la temperatura a circa 7 gradi, il mare mosso con onde alte circa 4 metri, il sole nascosto dalle nuvole che si apre una feritoia, e sullo sfondo, una grande nave porta container che passa davanti allo Stromboli. Sul pontile il rumore delle onde che sbattono, qualcuno che si dedica alla pesca, a pochi minuti dal tramonto, il sole sta per scendere e salutare un’altra giornata. Sono le 16.00 circa, attendo ancora un’altra mezzoretta, nell’intervallo in cui il sole sta tramontando, il fascio di colori laddove si intravede la Sicilia, rosso, giallo, arancione.
Un po’ prima era alto e attraverso le nuvole i raggi, sempre uno spettacolo, continua il gioco a nascondino, in inverno è così, in quelle poche ore di luce, il sole prosegue a dare calore ed energia, senza la quale ogni essere vivente non può sopravvivere.
Passeggiavo sopra il pontile, coperto da un giaccone e da un capellino di lana, ogni tanto portavo fuori le mani per catturare le immagini del cielo e del tramonto. Dietro di me la luna così vicina tanto da vedere anche le sue macchie.
Perché raccontare qualcosa che potrebbe sembrare normale? Non è normale, ogni fenomeno naturale è uno spettacolo, un miracolo, qualcosa di inedito, un dono, e tutto si offre spontaneamente, è tutto scritto, non tanto un meccanismo freddo di leggi fisiche ma la perfezione di un ordine e di una Mente che ha ordinato tutto.
La natura si dà per ciò che è, e gli occhi, l’intelligenza, lo spirito, devono indagare, ricercare, scoprire, sondare, una realtà che sempre interroga. Siamo filosofi perché non smettiamo mai di essere curiosi, siamo poeti, contempliamo, e c’è qualcosa di profondo, non è solo questione di ottica e di sguardi, ma anche di interiorità e di intuizione.
Non sono solo questi i fenomeni naturali, ce ne sono altri, l’atteggiamento congeniale per avvicinarsi è quello di pensare che sia sempre qualcosa di nuovo, una grazia. “Il mondo non languirà mai per mancanze di meraviglie ma soltanto quando l’uomo cesserà di meravigliarsi”, affermava Chesterton, ed è proprio questo quello che è necessario avere, la nostalgia e il desidero di quel giardino edenico e paradisiaco in cui l’uomo e la donna, e gli altri esseri viventi erano in pacifica comunione con il Creatore.
Saper fondere immagini, parole e anima… Grazie di questo racconto, leggere è come essere un po’ lì ☺️🫂