INDOSSARE L’ABITO NUZIALE

INDOSSARE L’ABITO NUZIALE

INDOSSARE L’ABITO NUZIALE 1024 518 Vincenzo Leonardo Manuli

15 OTTOBRE 2023 XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (A) 

«Che genere di persone sono quelle che vengono senza abito nuziale? In che cosa consiste questo abito e come lo si acquista? Quelli che sono stati chiamati e vengono hanno in qualche modo fede. È la fede che apre loro la porta. Ma manca loro l’abito nuziale dell’amore. Chi vive la fede non come amore non è preparato per le nozze e viene mandato fuori ». SAN GREGORIO MAGNO

Introduzione

Il contesto della parabola è una festa di nozze, il Re, i servi, il banchetto, gli invitati, i commensali, lasciano intuire qualcosa della festa di Dio con l’umanità. La parabola presenta qualcosa di inaspettato, come la vita stessa, non è tutta rose e fiori: pandemia, violenze, guerre, ingiustizie. Tutti sono invitati, ma molti si rifiutano di partecipare alla festa, hanno altro da fare, anzi disprezzano l’invito, l’interesse è per altre cose. Non solo, tra i presenti, c’è chi non indossa la veste nuziale, mostra spregio nei confronti di chi ha preparato il banchetto, senza disponibilità a cambiare. Perché non prendere sul serio il dono ricevuto? Perché tagliarsi fuori?

«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi  … Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò ..

Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».

(Cfr. Mt 22,1-14)

Commento

Dio non si risparmia in generosità, anzi, ama la festa prefigurata in un banchetto, a cui non basta essere invitati e partecipare, non basta essere presenti nella sala. In ogni parabola Gesù fa appello alla libertà dell’interlocutore, questi è ogni ascoltatore, noi che abbiamo il “privilegio” di essere invitati a questo appuntamento. Dio rinnova il suo dono e questo riconoscimento di gratitudine dipende da quanto siamo consapevoli: accoglierlo o rifiutarlo. Resta aperta la possibilità di rimanere insensibili e superficiali. La parabola esige una risposta, a prendere posizione. Attenzione, non ci si formalizza sulla veste nuziale, quanto in quell’abito interiore della carità, un elemento decisivo e mai trascurabile che è al cuore del vangelo e della vita.

Esempi di vita

Quanta tristezza dei banchi vuoti nelle nostre chiese! Quanta tristezza per quei ministri di Dio spenti dentro e senza festa nel cuore! Per non parlare poi del tempo estivo, soprattutto nella catechesi per preparare i ragazzi ai sacramenti. Come mai l’invito del Signore è rifiutato e vengono prima altri impegni? In una sua omelia così commentava Benedetto XVI questa pagina del vangelo: «Gesù ha desiderio di noi, ci attende. E noi, abbiamo veramente desiderio di Lui? C’è dentro di noi la spinta ad incontrarLo? Bramiamo la sua vicinanza, il diventare una cosa sola con Lui, di cui Egli ci fa dono nella santa Eucaristia? Oppure siamo indifferenti, distratti, pieni di altro? Dalle parabole di Gesù sui banchetti sappiamo che Egli conosce la realtà dei posti rimasti vuoti, la risposta negativa, il disinteresse per Lui e per la sua vicinanza. I posti vuoti al banchetto nuziale del Signore, con o senza scuse, sono per noi, ormai da tempo, non una parabola, bensì una realtà presente, proprio in quei Paesi ai quali Egli aveva manifestato la sua vicinanza particolare»

Domande

  • Siamo indifferenti e distratti ai doni di Dio?
  • Abbiamo desiderio di Dio? 
  • Come entriamo nel banchetto del Signore?

Preghiera

Nella tua casa Signore, c’è posto per tutti, per i buoni e per i cattivi, e sei sceso sulla terra, ti sei incarnato per tutti, per prenderti cura, chiedendo il permesso di varcare la soglia del nostro cuore. Perché rifiutiamo di far festa con Te? Aiutaci a far festa, a credere che la vita è festa, un capitale che ci hai donato, di sorrisi e di gioia.

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