«L’unico rapporto fruttuoso con gli uomini, e specialmente con i deboli, è l’amore, cioè la volontà di mantenere la comunione con loro. Dio non ha disprezzato gli uomini, ma si è fatto uomo per amor loro». Dietrich Bonhoeffer
Introduzione
«Sono forse io il custode di mio fratello?». E’ l’inizio della fraternità ferita, della deresponsabilizzazione, dell’indifferenza, e in quell’omicidio primordiale dell’uccisione di Abele da parte del fratello Caino, l’umanità continua a uccidere il proprio simile. Violenze, guerre, divisioni, calunnie, pettegolezzi, invidie, omicidi, tutto questo avviene anche nelle migliori famiglie, quando si strumentalizza la religione, anche dentro la chiesa (sic!), e di chi si professa cristiano. Il rischio è di lasciarsi prendere dal rancore, dall’invidia, dall’odio per l’altro, dal disprezzo, “cadendo nell’errore dell’altro” (D. B.). Sovente ci si aspetta dall’altro il primo passo verso la riconciliazione, il perdono, e si riflette poco sulla tentazione e sulla debolezza dell’uomo. La sequela si gioca sulle relazioni di prossimità, e sappiamo quanto sia difficile la vita comune, vita comunis maxima poenitentia, diceva un religioso (G. B.): quella tra marito e moglie, nei conventi, nei gruppi religiosi, nella chiesa, tra i religiosi stessi. L’invito di Gesù alla correzione fraterna è improntata alla carità; il guadagno migliore è questo, e forse non si realizza compiutamente perché non si affida alla preghiera pensando di risolvere ogni conflitto tutto da soli.
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.». (Cfr. Mt 18,15-20)
Commento
La parola chiave di questa domenica è CUSTODIA! In una relazione, in un legame, è importante la responsabilità verso l’altro. L’altro è un compagno di viaggio, inserito in un cammino non esente da cadute, incomprensioni. L’altro è un dono, e ogni conflitto può essere l’opportunità di restaurare le relazioni, di ricomporre l’alleanza, quando si riconosce all’altro una sua dignità. Piuttosto che percepire l’altro/a come fratello o sorella, si percepisce come un avversario, l’altro è il mio inferno diceva Sarte, invece è il mio Paradiso, ma “solo se si scopre che si è chiamati a prendersi cura e ammonirsi nel modo giusto, mentre invece gli altri sanno solo ferire e adulare” (E. R.). Non è forse meglio guadagnare il fratello, il capitale più importante invece di guadagnare potere, denaro. Dove sono due o tre riuniti nel ml mio nome .. Lo spirito di concordia ottiene più della divisione: “il Signore respira meglio quando è catturato dentro quei nostri abbracci che qualche volta almeno ci hanno fatto meravigliosamente perdere il fiato” (E. R.).
Esempi di vita
La correzione del fratello e della sorella fa parte della responsabilità del credente, dove c’è anche la dimensione della libertà, “È proprio vero che un essere umano si ama veramente quando gli lasciamo la libertà di sbagliare” (R. O.), c’è una corresponsabilità che coinvolge la comunità, chiamata in causa contro l’indifferenza e l’individualismo. “Il profeta ha dunque il compito di divenire coscienza critica che toglie sicurezza a chi si ritiene giusto e di aprire orizzonti di luce e speranza per chi si trova nel peccato. In particolare, la prossimità presenta la correzione fraterna come compito non solo pastorale ma anche profetico. Possidio, il biografo di Agostino, afferma che il vescovo di Ippona aveva assunto come costitutivo del suo ministero pastorale il compito profetico di sentinella che predica la sua parola e incalza a tempo e fuori tempo biasimando con grande pazienza e dottrina, soprattutto si preoccupava di ammaestrare coloro che fossero poi a loro volta in grado di ammaestrare altri (Vita di Agostino 19,5)” (L. M.). Quando c’è il desiderio di far cadere le maschere e vivere relazioni vere e sincere, l’altro diviene una perla che permette di guadagnare il fratello e la sorella.
Domande
- Come vivo le relazioni di prossimità?
- Affido l’altro alla preghiera?
- Sono disposto alla riconciliazione oppure mi vendico con la calunnia?
- Sono custode del mio fratello ?
Preghiera
Signore, molte volte prendiamo troppo sul serio i nostri rapporti, e se non smorziamo le tensioni, cadiamo nella trappola della chiusura, costruendo muri e fomentando divisioni. Signore, aiutaci a riconciliarci con chi ci ha fatto del male, aiutaci a perdonare e a portare il peso dell’altro; sostienici nel compiere passi di pace e a costruire ponti e città della pace.
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