DONNE D’ONORE RIBELLI E VITTIME 

DONNE D’ONORE RIBELLI E VITTIME 

DONNE D’ONORE RIBELLI E VITTIME  2048 1536 Vincenzo Leonardo Manuli

Coraggiose, audaci, intraprendenti, intuitive, emancipate, coraggiose, di carattere, passive, a volte contraddittorie, vendicative, diverse, per cultura, educazione, storia, attività. La condizione delle donne in Calabria?  L’impegno nella politica, nella scuola, nella famiglia, nella società e nella giustizia?  Se si vuole parlare di Calabria, si deve parlare anche di donne, il loro punto di vista, la loro visione, lo sguardo all’avvenire, retaggi culturali, mondi ancestrali. Un mistero la donna, matriarcale, sacra, imprenditrice, amante, fedele,  madre, sorella, figlia, vittima di stereotipi, religiosa, custode di tradizioni.

Interessante la storia della donna all’interno della mafia, della ‘ndrangheta, storie di esistenze complicate, compagne fedeli, silenziose, supplenti, ribelli e non, pentite e testimoni; ci sono storie tragiche, conservatrici e progressiste, una galassia ancora poco studiata.

Quale è il suo ruolo nell’ambito mafioso? Allevano i figli, consigliano i mariti, mantengono la pace, istigano alle faide, pur non avendo ruoli ufficiali e non essendoci certezze riguardo le affiliazioni, ricoprono ruoli apicali. Hanno un loro modo di comunicare, parlano i gesti, i silenzi, gli sguardi, coltivano relazioni, gettano ponti e li distruggono. Ci sono storie di ribellioni, molte finite in tragedie, e ci sono storie alla ribalta, d’onore, un fascino nella storia mafiosa, figlie, madri, sorelle, mogli, amanti.

Da mesi seguo una collana sulla storia della criminalità mafiosa, l’ultima uscita Le donne d’onore, è un assaggio sul ruolo femminile nelle mafie. Ci sono altri testi e saggi sul fenomeno specifico, un argomento vasto a cui ancora non è stato dedicato un approfondimento, almeno per il caso calabrese, in una antropologia chiusa, in una società quella calabrese ermetica, fatta di silenzi, omertà, tanto per comprendere il ruolo della donna, tutt’altro che marginale. Dalla donna può partire una rivoluzione, nel senso positivo e nel senso negativo, ma non è solo vittima, consapevole e involontaria, è anche ribelle. 

Il libro esplora l’universo delle donne nell’ambiente mafioso, storia, cronaca, forse troppo romanzata, oggi le donne sono più emancipate, istruite, viaggiano, hanno altri amori, ma sono sempre fedeli custodi dell’onore familiare, delle tradizioni, perpetuano il pedigree mafioso. Le donne non smettono di essere la pietra angolare delle famiglie storiche di ‘ndrangheta, in quelle mura domestiche dove si svolgono le liturgie feriali delle trame quotidiane, altare sacro in cui si tessono le fila di accordi, strategie, fanno calcoli, riposizionamenti, per mantenere in vita e controllare menti e società, stipulare accordi e fare affari, per il potere, solo ed esclusivamente per il potere.

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