Ogni anno dedico un tempo per gli “Esercizi Spirituali”, spesso scelgo la città di Roma e la casa religiosa dei padri passionisti, deputata per il corso di esercizi spirituali. Anche quest’anno, guidati dal gesuita padre Gianfranco Matarazzo, (nel maggio 2022 erano stati accompagnati dal religioso gesuita), eravamo in otto: un religioso sacerdote, quattro preti diocesani, un diacono permanente e due diaconi transeunti, tutti provenienti da luoghi diversi.
Il posto è incantevole, al Celio, una collina che si affaccia sul Colosseo, vicino al Circo Massimo, ma isolato dai rumori della città; una casa enorme in mezzo al bosco, un immenso verde, per rinfrancanti e lunghe passeggiate. Vicino ci sono i monaci camaldolesi, la Chiesa di San Gregorio al Celio, le suore di Madre Teresa di Calcutta, insomma, immersi nella spiritualità, una oasi di preghiera.
Cosa vuol dire fare gli esercizi spirituali? E quelli fisici? Cosa si fa durante questo tempo di distanza e di stacco dalla frenesia del quotidiano?
Il metodo di p. Gianfranco è quello ignaziano, con qualche aggiustamento inedito (la condivisione in gruppo), seguendo il tema “Orientarsi nella tempesta” sulla figura di Abramo: si compone il quadro di preghiera, si contempla, si medita e si prega, con la collatio.
Negli esercizi si dedica un tempo generoso, alla preghiera, al silenzio, per affinare l’ascolto della voce di Dio, a orientare la propria vita vocazionale. Non è scontato il si’ promesso a Dio! È chiaro che la Messa è il cuore della giornata, ma una parte notevole di tempo è consacrata alla meditazione personale.
Difficile oggi ritirarsi, impegni e preoccupazioni quotidiane, giornali, telefonini, internet, notizie di guerra, un mondo che cambia velocemente giorno dopo giorno è una società avversa alla proposta cristiana, bisogna combattere contro l’accidia spirituale.
La figura di biblica propostaci del gigante della fede Abramo ha preso diverse sfumature: limiti, risorse, forze, astuzie, strategie, colpi di scena, nella quale siamo entrati dentro la sua esperienza spirituale, penetrando in sfaccettature inedite. Padre Gianfranco mi ha spezzato un mito, tuttavia ha fatto emergere un uomo fondamentale per il progetto di Dio.
È stato un tempo di grazia, di approfondimento, una full immersion, per prepararsi alla sfida della realtà, del mondo e nel mondo, consapevoli che siamo chiamati ad essere “uomini dello spirito”, che sappiano discernere la voce di Dio, e camminare con fiducia alla sua sequela: Lui è il protagonista della storia e chiede collaboratori generosi e fiduciosi, una storia in cui diventa di salvezza.
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