Prossimità, abitare, ascolto, confronto, relazioni, contesto, social, digitale e cartaceo, lettore, linguaggio, intelligenza artificiale, si è parlato di questo e dell’evoluzione culturale e antropologica e del modo di stare nel contesto della stampa cattolica nel mondo.
Impressioni
La Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) scommette sulla formazione e sulla qualità del giornalismo, per questo l’invito alle diocesi italiane di far partecipare direttori e collaboratori per fare il punto e proseguire nei moduli successivi in modalità online. L’incontro svoltosi nell’unica giornata del 27 aprile a Roma ha visto il susseguirsi di diversi relatori, e grazie al feedback con i partecipanti è stato possibile un confronto sull’aggiornamento dell’attuale situazione in merito alla stampa cattolica.
Contenuti
In un mondo di fake news, della post-verità, saturo di informazioni, di ipodemia, quale ruolo della stampa cattolica? Determinante è la testimonianza e l’investimento in formazione oltre all’importanza della sinergia tra stampe cattoliche. A quale lettore parliamo? Età, professione, contesto, come comunicare, ma anche i temi che trattiamo. È chiara la sfida per crescere, rinnovarsi e continuare ad abitare il mondo con un linguaggio semplice, aderente al magistero. Alla fine è stato molto bello il workshop in cui lo scambio tra i partecipanti ha permesso di fissare punti importanti per conoscere a chi ci rivolgiamo: lettore attuale, potenziale e attuale.
Prospettive
Dopo il Covid19 che ha segnato molti campi, la ripresa di questi incontri è importante, anche per riscoprire strumenti, metodi, finalità e target e conoscere meglio il digitale che è in continuo aggiornamento. Il confronto tra diverse realtà è stato molto positivo soprattutto per instaurare sinergie, scambi e proposte di crescita.
Considerazioni personali
Io ho potuto partecipare a questo “corso” per la diocesi di Cassano all’Jonio, in quanto collaboratore della rivista l’Abbraccio da circa tre anni. Ecco la motivazione della mia presenza, dopo tre anni come prete fidei donum (2019-2022) nella stessa, e mi è stato consentito di arricchirmi e di interessarmi del giornalismo e di come operare in maniera qualificata. Era una scommessa agli inizi fare giornalismo per me, e dopo aver preso il patentino come “pubblicista”, sto proseguendo questa esperienza, impara l’arte e mettila da parte, recita un adagio; anche la presenza in altre realtà di comunicazione, dalla carta ai social, al digitale, al mondo reale, per servire il lettore nella verità e nella trasparenza da credenti, e con semplicità.
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