Domenica delle Palme 2 Aprile 2023 (Mt 20,14-27,66)
«La croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante». Ermes Ronchi
Accompagniamo festosamente Gesù all’ingresso in Gerusalemme, ma in pochi giorni cambia repentinamente l’atmosfera, si inaspriscono gli animi, il contrasto e la tensione con le autorità religiose diventano più forti, il resto, del precipitare degli eventi lo conosciamo. La novità? È solo l’esecuzione di un dejà vu? Siamo nel dramma, non del rito, immersi nel fiume dell’amore di Dio, siamo dentro il disegno di salvezza, e fin quando non ci entriamo con tutto noi stessi, dovremo sempre rifare il cammino per comprendere quello che Gesù ha fatto per noi.
In cammino
Si apre anche per noi la settimana santa, Cristo entra simbolicamente nelle nostre vite a dorso di un asino, si carica delle nostre colpe e apre per noi lo splendore di Gerusalemme. Attorno tanta folla, Gesù è all’apice del successo, non cercato, nei giorni supremi della sua storia, Gerusalemme, il volto si indurisce, cammina dritto, egli aveva sovente parlato della passione, ma oggi è un momento di festa, si canta, si danza.
L’asino di Cristo
Lo prese su di sé, perché l’amore non è parole ma agire, il più vicino di tutti. A passi lenti, stanco, porta il peso di Gesù, è quello che fa più fatica, condivide il dolore e le preoccupazioni. C’è qualche uomo disponibile a farsi carico di Gesù? L’asinello! Gesù poteva scegliere un cavallo, invece tocca all’asinello accompagnarlo, Dio così salva il mondo, con mezzi insufficienti. L’asinello diviene una carezza per le sue ferite, un amico che porta con amore e dignità Gesù, si prende cura di lui, e cammina lento, come l’amore, con pazienza, stanco continua a camminare.
La cifra del dolore
La folla inneggia al Figlio di Davide, tuttavia, fra poco, sperimenterà l’abbandono di tutti, anche dei suoi amici più intimi, il dolore più atroce, non è solo il peso del peccato degli uomini, ma la solitudine, gli insulti, gli scherni, e sulla croce, il silenzio di Dio: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? La passione di Gesù, non va compresa, ma vissuta, il patibolo della croce, diverrà l’offerta d’amore per l’umanità.
L’ultima parola: speranza
Sembra la fine, sta scendendo il sipario, e il corpo di Gesù viene deposto in un sepolcro, invece da quella morte, viene generata una nuova vita. Oggi sarai con me in paradiso, – racconta l’evangelista Luca -, uno dei malfattori appesi alla croce strappa la vita eterna; in un pagano è generata la fede in Gesù: “quella morte comincia ormai a manifestarsi come resurrezione, come vita, finché il terzo giorno si manifesterà in pienezza il grande mistero della Pasqua di Gesù” (E. B.); per tutti noi, fiorisce la salvezza.
- Se dovessi incrociare un crocifisso, faresti come il Cireneo?
- Gesù vuole condividere la compassione con te. Sei disponibile?
Lento, come i passi dell’amore, asino di Cristo, condividi i fallimenti e le ferite. Lento, come i passi dell’amore, asino di Cristo, umile per la causa del Regno. Lento, come i passi dell’amore, asino di Cristo, porti con te il cielo. Lento, come i passi dell’amore, asino di Cristo, su di te, c’è il pacifico re che prende su di sé i peccati del mondo.
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