Domenica 26 Febbraio 2023 I Quaresima (Mc 4,1-11)
«Fiorisci più forte che puoi. Ama finché hai pelle sulle tue ossa. Sboccia più bello che puoi Perdona finché hai fiato nei polmoni. Profuma più intensamente che puoi. Fiorisci lì dove sei. Vedrai, sarai finalmente tu!». Francesco Fiorillo
Ogni anno, la quaresima ci invita a fare ordine, a ricominciare in questo tempo di grazia, per rinnovare il nostro andare dietro a Gesù, e la prima domenica siamo gettati nel deserto, a fare i conti con le tentazioni e ad avere fiducia nella vittoria di Gesù, ha vinto per noi e ci prende per mano per affrontare questo tempo per fare verità contro ogni apparenza e ipocrisia a cui si è esposti.
Il punto più alto
Nelle viscere dell’esistenza, senza immaginazione, non conosco bene le tentazioni presenti e future, non ho chiarezza. L’idea sarebbe di cambiare tutto e subito, pretendere che gli altri possano comprendere, di riparare le ingiustizie; passo nei vicoli, senza incontrare nessuno, nel deserto, e penso, cosa avrebbe fatto Gesù. A volte si è osservatori senza partecipare; a volte vi si sta sopra per giudicare; a volte vi si ha la presunzione di conoscere tutto. Il punto più alto, deve divenire il punto più basso, non quello dei pulpiti o dei computer, ma dalla polvere della terra, della quotidianità, della fatica delle famiglie, degli uomini e delle donne, dello loro frustrazioni, delle loro non scelte o di decisioni sbagliate. Ecco la prima tentazione, il diavolo tenta per farti vedere solo negatività, ma Gesù vince scacciandolo, e propone strade alternative.
Un briciolo di pietà
Non vivo in una metropoli, nemmeno in una città, ma in un piccolo borgo, spopolato, dove ci sono briciole di vissuto, di amore, di preghiera, frammenti di umanità, sprazzi di compassione. Qui non c’è folla di gente ma il focolare dell’incontro, della prossimità, dell’attesa che ritorni il padre. Sull’asfalto dissestato e dei muri grigi, il sole splende anche qui, raggi di luce, feritoie di grazia, che penetrano nelle vetrate della chiesa e delle finestre delle case. Qualcuno ancora attende, è qui la speranza, la fede. Gesù, cosa avrebbe fatto? Vince anche questa tentazione, quella che non ci sia nulla da fare, perché il mondo è degli innamorati e dei poeti.
L’atto di fede
La chiesa collega il cielo alla terra, guarda il campanile, la punta, un urlo al cielo. Qui si riuniscono per intercedere, e nelle case “ci sono madri che danno la vita per i figli e gente onesta perfino nelle piccole cose; ci sono padri che trasmettono rettitudine ai figli e occhi diritti. C’è il grido del male, lo sento forte, e mi stordisce a giorni, ma più ancora c’è il silenzioso lievitare del bene. Signore, se guardi bene nella città che il diavolo dice sua, non c’è solo competizione, puoi incontrare la passione per la giustizia, il sottovoce dell’onestà, gente limpida senza secondi fini” (E. R.). Cosa farebbe qui Gesù? La sua vittoria è servire senza dominare, si fa vicino e ci prende per mano, passa la grazia, e ci sono ancora angeli che vegliano sui sogni, dicono di gettarsi e di abbandonarsi nelle mani di Dio, e di avere fiducia nell’ultimo tratto della vita: “Vieni, hai tentato di amare, il tuo desiderio di amore era già amore”! (E. R.). L’importante è provarci, un lungo cammino è fatto da piccoli passi, e continuo a pregare, non chiedo altro, basta un sorriso.
- Quali sono le tentazioni? Fingere, apparire, attaccarsi alle cose, la superbia, pretendere di conoscere tutto?
- Come si vincono le tentazioni?
Mi conduci nel deserto, e devo scegliere, alla ricerca dell’essenziale. Prove, tentazioni, e mi interrogo: di cosa ho bisogno? Liberami dagli istinti. Aiutami a spogliarmi di ciò che non serve, a gettare il mantello. Soffia il tuo Spirito e spazza ogni peccato.
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