Domenica 15 Gennaio 2023 III Tempo Ordinario (Gv 1,29-34)
«Ecco Colui che prende su di sé il peccato del mondo. Ecco l’unico che sa trattare le scorie radioattive che sono le mie stupidaggini. Ecco chi illumina il mio passato trasformandolo in una storia di misericordia. Ecco chi mi ama senza parentesi – peccati compresi». (F. Rosini)
Chi è Gesù? Frequentando la Parola, il Vangelo, la conoscenza e l’intimità con Gesù cresce, perché essa non è mai acquisita una volta per tutte. Diciamo Dio, nominiamo Gesù, ma a questa conoscenza approssimativa, superficiale, a volte non c’è un’esperienza profonda, e spesso si frappongono proiezioni, idee, tanto da farne idoli. Senza assiduità con il Vangelo, il rischio è di vivere un cristianesimo tutto fatto di dottrina e di idee cristiane, una forma di morale, una strisciante eresia gnostica che rivela una spiritualità disincarnata.
Il testimone
All’inizio della fede cristiana c’è una testimonianza, come nella solenne ouverture del vangelo di Giovanni, spicca quella di Giovanni Battista, colui che deve diminuire per far crescere in lui il Cristo. Chi è il testimone? Il testimone racconta quello che ha visto, udito, sperimentato, la cui testimonianza è vissuta nel contesto di una storia vissuta. Il valore della testimonianza non dipende solo dal testimone e dalla sua vita, incide l’esperienza di quello che ha vissuto, c’è un solenne riconoscimento del testimoniato, così la testimonianza del testimone diviene più vera, cioè di colui che per primo ha visto la Luce, l’ha riconosciuta e può indicare a tutti l’esperienza che ha fatto. Il Battista ha visto per primo la luce, riconosce il Servo, quel Gesù che è in comunione piena con il Padre e su cui ha visto il rimanere dello Spirito e addita ai discepoli l’Agnello, egli può raccontare che Dio ha guardato l’umanità e se n’è preso cura.
L’Agnello di Dio
Il testimone spiega chi è Gesù, il Servo, l’Agnello. Nella celebrazione eucaristica ripetiamo sempre la litania Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo e rispondiamo la nostra indegnità di partecipare alla mensa eucaristica. L’Agnello è Gesù è il vero Agnello pasquale che toglie il peccato del mondo, è segno della mitezza, della non aggressività, dell’essere vittima piuttosto che carnefice. Agli ebrei ricordava l’agnello pasquale, segno della liberazione, e l’agnello immolato ogni giorno al Tempio.“Questo titolo è presente solo nella letteratura giovannea (quarto vangelo e Apocalisse), non come un agnello guerriero che assume la difesa del gregge trionfando sui nemici, bensì come un mite agnello che porta e toglie il peccato del mondo” (E. B.), che ricorda il Servo del Signore descritto da Isaia e Geremia.Prende su di sé e quindi toglie da noi il peso del nostro cattivo operare, l’ingiustizia di cui tutti siamo responsabili. Questa è la liberazione radicale che ci ha portato Gesù, l’Agnello della Pasqua unica e definitiva, l’Agnello che ci riconcilia con Dio per sempre.
Il Servo
Gesù è il Servo, non è una tigre, nemmeno una vipera, non un guru, è l’Agnello-Servo, il senza potere, che agisce in base ad una logica che non è quella del mondo, non quella dove ha ragione sempre il più forte, il più ricco, il più astuto, il più crudele, ma dove c’è la nonviolenza e la tenerezza di Dio che entrano nelle vene del mondo. Gesù è l’Agnello di Dio più forte del male e del peccato, toglie e prende su di sé il peccato, lo porta, se lo carica sulla sua vita: “ci vuole qualcuno che ha il potere di perdonare i miei errori, sicchè non siano più il ricordo di quanto ho saputo sbagliare, ma di quanto sono stato amato” (F. R.).
- Riesco ad indicare ad altri il Signore?
- Cosa ho visto? Cosa ho udito?
Mi porti sulle spalle, / non senti il peso dei miei peccati, / l’amore supera ogni ostacolo. / Vorrei aiutarti Gesù, / farmi tramite del tuo perdono, / perché l’amore è l’unico rimedio al male.
[…] Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo ManuliLink all’articolo del suo blog […]