Scriveva il poeta Franco Arminio,
Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, /di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. /Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
/Attenzione a chi cade, attenzione al sole che nasce e che muore,/ attenzione ai ragazzi che crescono, / attenzione anche a un semplice lampione, /a un muro scrostato. / Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, /significa rallentare più che accelerare, /significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, /alla fragilità, alla dolcezza.
La giornata si è presentata piovosa, anche se nel pomeriggio c’è stato un momento di tregua. Un gruppo di fedeli della parrocchia di San Procopio martire accompagnati dal parroco, si sono ritrovati all’Oasi della Misericordia di San Martino di Taurianova, grazie alla gentile accoglienza di p. Antonio Santoro (Oblati di Maria Immacolata) e delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Il posto molto suggestivo, in mezzo agli agrumeti, un salone per le conferenze, la cappella, e tanto spazio per passeggiare e meditare. La traccia di meditazione è dell’Avvento, un tempo di silenzio per poterci guardare dentro. Inizia il tempo nella quale si rafforza la nostra preghiera della Venuta del Signore, il Signore Gesù viene e viene presto, e occorre che noi l’attendiamo, che noi vigiliamo, che siamo attenti, che noi siamo pronti e soprattutto che insieme speriamo una terra nuova e un cielo nuovo.
Non è esagerato dire che oggi è stata scritta una pagina di luce, tuttavia oggi è difficile ritirarsi e dare spazio alla preghiera, alla Parola, concedere spazio alle necessità dello spirito. L’Avvento non è solo il tempo in cui l’uomo attende Dio, ma è Dio che attende l’uomo, ed è nel suo grembo di misericordia che sogna questo ritorno, spezzato con il peccato. Il tempo dell’Avvento colloca le nostre esistenze tra il “già e non ancora”: il “già” della prima venuta di Gesù nella debolezza e fragilità della carne umana e il “non ancora” che sarà il momento conclusivo del compimento assoluto.L’Avvento è il tempo dell’attenzione, contro il virus dell’indifferenza, della noia, della distrazione, è necessario essere svegli, responsabili, vigilanti, nella grande veglia, nella grande vigilia della Venuta del Signore.
Il suggerimento è di assumere uno stile permanente dell’avvento, anche nella messa concelebrata, l’omelia sulla liturgia del giorno ci si è soffermati sul libro della consolazione dell’Apocalisse, e l’attenzione a cui richiama Gesù, anche in questo tempo di lontananza da Dio. L’Avvento è una palestra di vita, di preparazione del cuore, ai suoni della natura e dell’uomo, ai sapori e agli odori della vita.
È stato molto bella anche la condivisione del pranzo a sacco, anche questa è convivialità, richiama il banchetto eucaristico, l’offerta e il sacrificio di Cristo alla quale il cristiano prende parte partecipando rispondendo con l’Amen della vita.
Dio, è in tutte le cose, soprattutto nei dettagli, Avvento è non lasciarsi sfuggire il suo passaggio, tra dubbi e incertezze, una pausa per riallacciare il rapporto con Dio e con gli altri, smettendo di correre, di esitare, imparando l’arte di aprire il cuore. L’Avvento è trovare un bambino, fragilità, debolezza, il divino nell’umano, una foglia che si stacca dall’albero, e cade nella terra, per morire e risorgere.
In questo spazio di luogo, di tempo, di cuore, stiamo svegli nel nostro spirito, vegliamo su ogni movimento del cuore, della fantasia, su ogni nuovo slancio di coraggio, su ogni accenno di libertà, è un nuovo inizio, di ricominciamento, e la luce passa tra le feritoie della vita, perché passi la luce e le ferite possano trasformarsi in grazia.
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