Una frase ricorrente nella nostra vita è non si può mai stare in pace!, tuttavia, quale pace si può sperimentare se il nostro cuore è inquieto, sosteneva il filosofo e teologo Agostino d’Ippona. Agostino faceva riferimento a Dio, un’anima inquieta e assetata delle verità, e chi ha trovato Dio vive la pace. Che cos’è la pace? Si parla sovente di pace ma in toni moralistici, difensivi, direi che manca una weltanschauung della pace, una visione possibile, in un mondo frammentato che non accoglie il diverso, anche le opinioni stesse, con il rischio del linciaggio. Nel mondo ci sono tante guerre, mentre pochi sono gli operatori di pace. Gesù era un operatore di pace, anzi, lui stesso la pace, tanto da donarla ai discepoli. Conflitti, inimicizie, vendette, rancori, e chi più ne ha, più ne metta, la pace è una chimera. Anche l’imperatore romano era un portatore di pace, ma l’esercito imperiale si imponeva con le armi e con la violenza.
Un filosofo di stampo, Jean Paul Sartre diceva che l’altro è un inferno, mi limita, invade il mio campo. nella Bibbia, il libro della Genesi racconta che Caino uccise Abele per invidia, ma la pace che egli cercava non riuscì a trovarla. Nel mondo arabo e medio orientale si usa salutare con l’espressione shalom, salam, è un augurio, la pace sia con te, una promessa, che diventa civica, solidale, comunitaria. L’altro, un dilemma, un dono, è me stesso direbbe il filosofo lituano Emmanuel Lévinas, un volto rivolto, che non mi minaccia ma mi dice chi sono, mi dà esistenza.
Perché è difficile la pace? Uno sta in pace finchè l’altro è in pace, sovente si dice, e questo è vero, ma trovare due o più persone d’accordo, nazioni, gruppi, comunità, è difficile, perché l’uno vuole prevalere sull’altro, e perché non si accolgono le altrui prospettive. Insomma, la pace, una parola bella, ma non perfetta nella realtà, soprattutto in questo momento: la guerra tra Ucraina e Russia, la guerra nel Medio Oriente tra israeliani e palestinesi, le tante guerre in Africa, ma anche nel resto del mondo, piccoli focolai che alimentano morti, vittime innocenti, esodi, disastri e ingiustizie.
I cristiani pregano per la pace, anche le altre religioni, percorsi spirituali per la pace; i primi pregano per quella perpetua, la pace perpetua, ma è quella dei defunti, del riposo eterno, cioè l’augurio di stare davanti al volto di Dio. In vita non è possibile stare in pace? I motivi perché nel mondo non c’è la pace sono tanti, egoismo, individualismo, ricerca del potere, prepotenza, invidia, arroganza, denaro, .. la pace perpetua di cui parlava il filosofo Immanuel Kant, in questo mondo è molto lontana. Vediamo tanta povertà, emigrazioni, razzismo, bullismo nelle scuole e nella società, violenze che scacciano l’uomo dall’umano.
Il rapporto tra gli umani non pacifico, nemmeno con la natura, insomma, la pace ha una dimensione molto ampia, tanto da richiedere l’istituzione di università della pace, corsi formativi ed educativi alla pace, cittadelle della pace. è necessaria una cultura della pace, non bastano le manifestazioni, le bandiere multicolore. Ci sono persone che si prodigano per la pace, la storia ne è ricca, anzi, è stato istituito anche il premio Nobel della pace, tuttavia, la pace è e rimane l’aspirazione massima dell’uomo, della società, delle nazioni, dei gruppi.
In chiesa si scambia il segno della pace, in tempo di Covid19 si è sostituito con lo sguardo, ma siamo sicuri che il gesto della pace scambiato nell’assemblea liturgica sia vero, autentico e consapevole? Con buona pace, la pace è un cammino, un incontro di diversità, dove non si escludono l’accoglienza, il dialogo e il perdono.
Un teologo gesuita asseriva che serviamo la pace solo se abbiamo davvero capito che possiamo assumerci delle responsabilità anche esitando o tacendo, una sfida e sempre una buona notizia, tuttavia occorre un nuovo modo di guardare l’altro, noi stessi e il mondo.
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