Maria si è fatta sinodo! Ha conversato con il popolo di San Procopio, non dispensa solo grazie, interroga, provoca, chiede un passo in più. Una serata bella, intensa, partecipata, partita dalla celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo e conclusa con un incontro pensante e di altezze spirituali.
Tutto si è svolto in un piccolo santuario che racconta la storia di devozione alla Madonna degli afflitti, situato su promontorio nella parte alta del borgo di San Procopio. Ci si arriva dopo una serie di tornanti in questo paese, salutati dagli ulivi, un piccolo comune in prossimità dell’Aspromonte.
Ogni anno la settena alla Madonna degli afflitti che si celebra il terzo sabato del mese ha un culto secolare, tramandato di generazioni in generazioni, a cui il popolo samprocopiese è legato. Al centro dell’altare la venerazione di una statua in cartapesta, la Pietà, la Vergine afflitta che accoglie come un guanciale il corpo morto del Figlio dopo il patibolo della croce. È una immagine devozionale su cui si è scritto tanto, e il popolo ha visto in questa sacra icona la vicinanza al proprio vissuto quotidiano. Se da un lato l’immagine evoca dolore, sofferenza, strazio; dall’altro fa riflettere la postura, gli sguardi, e i colori che hanno una luce pasquale, intensa, profonda. La Madre evoca la forza di chi rimane nonostante il dolore e attende la promessa divina. Giovedì 15 settembre memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, il vescovo di Oppido M. – Palmi, S. E. Mons. Francesco Milito, ha presieduto l’incontro che ha avuto per titolo “Miryam, ebrea e prima cristiana, preghiera, culto e religiosità popolare”. Alla tavola rotonda ha moderato il parroco, il sac. Vincenzo Leonardo Manuli, un appuntamento fortemente voluto come tappa formativa culturale e spirituale, accanto agli interventi della giovane teologa del luogo, la dott.ssa Roberta Licari che ha esposto il tema “Miriam nel cristianesimo e nell’islam” e del sociologo il prof. Mimmo Petulla’, “Miryam e la religiosità popolare”.
La tematica nonostante la complessità e la vastità, è stata svolta con arte e intelligenza dagli intervenuti, soffermandosi su aspetti importanti della figura di Maria – Miryam, la sua ebraicita’, nel cristianesimo e nella devozione della religione islamica, e la relazione con la religiosità popolare, un composito di gesti, sentimenti, preghiere e folclore, quale patrimonio e vissuto esistenziale dei semplici e dei poveri, in una Calabria protesa alla pietà mariana. Il richiamo è stato di vivere la grande risorsa della religiosità popolare nella responsabilità e nell’impegno imitativo mariano, aperto alla luce pasquale della risurrezione.
L’incontro molto partecipato, come tutta la settena alla Madonna degli Afflitti, è stato un appuntamento a cui i samprocopiesi non rinunciano ogni anno, e qualche emigrato prolunga le ferie per non perdere questo evento. Durante l’anno, visite frequenti a questo piccolo santuario rientrano nella tradizione che rinnova l’amore fedele a Maria degli Afflitti, e la lampada votiva del miracolo arde, perché la fede non si spenga nonostante il mondo va avanti e i tempi cambiano.
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