AMARE DI PIÙ

AMARE DI PIÙ

AMARE DI PIÙ 720 528 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 4 settembre 2022 – XXIII TEMPO ORDINARIO (Lc 14,25-33)   

«Occorre iniziare dal cuore, un cuore illuminato e guidato dalla ragione, un cuore che si ricorda. Questo suppone un cuore disponibile e una persona sempre pronta a imparare». (Cit.)

Se uno viene a me e non mi ama più … perché Gesù chiede di sacrificare affetti e beni terreni per lui? C’è un invito alla saggezza e una richiesta alla totalità dell’amore, l’amore per Dio e l’amore verso il prossimo, passano attraverso la sequela della croce e si esprimono nel dono in profondità. 

Il cuore del discepolo

Lasciarsi scuotere e mettere in discussione dalle parole forti di Gesù, è necessario per fare verità su ciò che abita il nostro cuore. Ricordo ancora una lezione di teologia morale quando il docente ci disse: “il discepolo all’inizio consegna tutto il suo cuore al Signore. Poi, man mano, si riprende tutto, e non c’è più spazio per Dio”. È chiaro che egli intendeva dire che seguire Gesù è impegnativo, richiede amore, fedeltà, e disponibilità a scegliere la croce. Si possono fare calcoli quando si segue Gesù? Le sue parole sono dure, senza sconti, dette nella circostanza della folla numerosa che lo segue: “Gesù fa un elenco della geografia del cuore, una mappa per seguirlo” (E. R.). 

Quando ero seminarista, ricordo un’altra lezione. Ho avuto l’opportunità di accompagnare per le sue visite pastorali il vescovo che poi mi ha ordinato. Parlavamo in auto, e un giorno mi disse: “Leonardo, con il Signore non si fanno calcoli, lui è imprevedibile”, un insegnamento che conservo ancora oggi. Sovente dimentico che occorre abbandonare l’arte di fare i ragionieri con Dio.

Regole d’ingaggio

Noi dobbiamo domandarci cosa vuole il Signore da noi, fare verità, a confrontarci con le esigenze del vangelo. Gesù mette in chiaro le condizioni della sequela, chiede il morso del più, di potenziare il cuore umano, di aggiungere, un incremento di vita, senza comparazioni: “Avremmo molto da imparare da questo atteggiamento di Gesù, soprattutto quando la scarsità di vocazioni ci angoscia e ci fa paura: cattiva consigliera quest’ultima, che spinge ad accogliere tutti con molta superficialità e a non riconoscere e comunicare le difficoltà oggettive della sequela di Gesù” (E. B.). Agli attaccamenti, affettivi, materiali, alla supponenza che rappresenta un grave ostacolo alla sequela, questi rivelano le paure ancestrali più profonde, una schiavitù subdola a cui i compromessi rischiano di essere di impedimento alla sequela. La sequela non è banale e senza impegno, altrimenti è un seguire sé stessi, i propri desideri, le proprie aspirazioni e proiezioni, sbagliando sempre strada.

Dietro di lui

A portare la croce .. Il cammino di sequela esige la libertà, di lasciarsi crocifiggere, e imitare Cristo, di rinunciare a onore e gloria. Il riferimento alla croce, non poteva che generare inquietudine mista a ribrezzo, ci permette di capire e di rispondere. Il Signore ci invita a imitare chi siede riflettendo e calcolando per comprendere che quanto facciamo non sia in nulla forzato, la croce si porta con amore, nell’arte di amare concretamente, giorno dopo giorno, fino in fondo, nel dono di sé stessi

SIGNORE aiutami a non arretrare di fronte alle esigenze della sequela 

  • L’impegno ad amare di più è la disponibilità al sacrificio per guadagnare Cristo. Quale è la mia opzione? 
  • Quali sono gli idoli che mi distraggono?

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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