Domenica 7 agosto 2022 – XIX TEMPO ORDINARIO (Lc 12,32-48)
«Dio si stanca dei grandi regni, mai dei piccoli fiori…». R. TAGORE
Il cristiano è chiamato a vivere con gioia l’attesa della venuta del Signore, nella fedeltà e nella perseveranza, responsabilmente impegnato, preparando questa venuta, perché non si trovi assopito o occupato in faccende che non riguardano il Regno di Dio. La lampada della fede è ancora accesa?
Amministratori
Quando la fede rischia di addormentarsi e di non attendere più il ritorno del Signore, allora vuol dire che la preghiera si è spenta, la carità raffreddata, e l’amministratore ha preferito costruirsi degli idoli accumulando per sé, abusare del potere e spadroneggiare Mi viene in mente quando ci sono i passaggi amministrativi nelle parrocchie da un parroco all’altro o un parroco lascia la parrocchia per limiti di età; canonicamente si fanno le consegne, si controllano i bilanci, e nei saluti alla comunità si parla di tutto, tranne che dell’evangelizzazione. Mi spiego meglio, pur avendo la loro importanza, strutture, oratori, aule catechistiche, la manutenzione dell’edificio ecclesiastico, – anche qui si è servi -, ma la dimensione spirituale sovente è taciuta, forse perché non è immediatamente visibile e si pensa solo all’aspetto estetico del servizio. Riflettiamo su un dato importante, il Signore ci ha dato le chiavi ed ha avuto fiducia di noi, al suo ritorno le dobbiamo ri-consegnare, ma non procrastiniamo questo arrivo, anche perchè non sappiamo né il giorno e né l’ora.
Piccolo gregge
Questo è un complimento che Gesù fa alla sua comunità, la chiesa è piccola, forse per questo è ancora più bella, familiare, conviviale. Sono contento di essere pastore di una comunità raccolta, pusillus grex, invece di curarsi delle grandi folle, della ricerca dei consensi, delle straordinarie partecipazioni, un’ebbrezza effimera che tramortisce. Non scoraggiamoci quando c’è un piccolo gruppo di fedeli: forse sotto la croce ce n’erano di più? Non dice il vangelo che Gesù quando si accorgeva che lo volevano farlo re lui scappava? Il titolo di piccolo gregge, l’esiguità del numero dei fedeli rispetto alla masse, sgombera il campo della ricerca del consenso, tentazione da aggirare, perché l’importanza dipende non dai numeri, ma se la comunità è sale e lievito, se è credibile nel vangelo e non viene meno alla testimonianza.
Profilo del cristiano
Il discepolo è un servo, in attesa del Veniente, e non bisogna aspettare il tempo liturgico di Avvento, o il tempo di Pasqua, perché siamo sempre nell’Attesa, e il Vivente è in mezzo a noi. Tanto meno il cuore sarà coinvolto in affari mondani, tanto più porrà il suo tesoro nel Regno dei cieli, con i fianchi cinti della carità e il cuore acceso dalla Parola di Dio che guida i propri passi, e si apre ad accogliere la venuta del padrone che ritorna dalle nozze, immagine nuziale molto cara al Primo Testamento della relazione di Dio con il suo popolo. La qualità dell’attesa, la sobrietà, la vigilanza, la preghiera, la fiducia, indicano il grado di rapporto – durante questa assenza – e del tempo in cui il discepolo amministratore e servo quanto sia stato fedele e affidabile, e non profittatore nel governo dei beni affidati dal Signore. L’immagine da tenere ben salda è quella del Servo, il Cristo umile, crocifisso e povero da seguire e da imitare.
SIGNORE aiutaci a trovarci al posto giusto al TUO RITORNO.
- Attendiamo curiosi e gioiosi il ritorno del Signore?
- Vigilanza, responsabilità, fiducia, sono dimensioni della nostra vita spirituale?
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
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