Domenica 26 Giugno 2022 – XIII TEMPO ORDINARIO (Lc 9,51-62)
Il successo non è uno dei nomi di Dio. (Martin Buber)
La fede cristiana è un viaggio libero per imparare a conoscere Gesù Cristo, aderendo sul serio alla proposta dei suoi insegnamenti.
Zelanti fondamentalisti o fanatici religiosi?
Non siamo lontani dalla esagerata reazione di due discepoli di Gesù, Giacomo e Giovanni. Essi non tollerano di essere stati rifiutati dai samaritani e vorrebbero che Gesù li esaudisse, invocando il fuoco dal cielo per punirli. Gesù invece li zittisce, proseguendo con decisione verso Gerusalemme. Sembra di leggere atteggiamenti attuali di comunità e gruppi, di devoti religiosi e pastori che dinanzi al rifiuto, si oppongono con violenza cercando la complicità divina. Non è forse vero che essere rifiutati è una frustrazione inaccettabile? Il passo è breve di fraintendere la proposta evangelica come imposizione. A volte si assiste ad una chiusura mentale e grettezza arida che vorrebbe manipolare il vangelo, cenacoli chiusi, gesti mortiferi, paure ingiustificate. Il cristiano è un perdente, perché Cristo ha perso sulla croce, non giochiamola sui numeri, sul consenso, sull’adesione delle masse. In questo tranello diabolico ci caschiamo un po’ tutti, dimenticando l’umiltà, la fiducia in Dio, invece di giocare sulla forza del seme, del chicco di grano che deve cadere a terra e spezzarsi per produrre frutto.
Libertà dello Spirito
Paolo mostra il modello della vita cristiana secondo lo Spirito, ecco il dinamismo della fede, una libertà che è un invito ad allargare la mente e il cuore per lasciarsi guidare dallo Spirito, a vivere secondo lo Spirito, e questo lo può comprendere chi sperimenta nella preghiera la sua azione, la sua presenza. È quella libertà e fiducia che sarà mancata ai discepoli Giacomo e Giovanni che volevano vendicarsi per il rifiuto dei samaritani e che manca anche in noi. Gesù coglie l’opportunità per fare una catechesi sulla “provvidenza” del rifiuto, un inizio a comprendere la missione del discepolo. È Dio ad aprire la strada, a risuscitare i cuori, e quello che conta è seguire Gesù nel suo destino di passione, morte e risurrezione.
Incontri
Il viaggio di Gesù è fatto di incontri, e sono diversi i personaggi che egli incrocia. Anche qui ci sono dei rifiuti, ma egli è serio e radicale nella sequela, chi mette mani all’aratro … Occorrono distacchi, e chi lo segue non deve voltarsi indietro, altrimenti non ne è degno: “Hai davanti i campi della vita, non voltarti indietro: sulle sconfitte di ieri, sugli obiettivi mancati, sui cocci rimasti, sul male subito o compiuto, neppure con la scusa di fare penitenza, perché saresti sempre lì a mettere al centro te stesso” (E. R.). Sono incontri che rivelano una verità, nessuno può darsi la vocazione, non ci sono autocandidature, è Lui a chiamare, e ad un inziale entusiasmo, poi arrivano le prove, le tentazioni, in questa cernita di operai del vangelo, la sequela non è questione di bravura o di eroicità, ma di fiducia, di umiltà, di abbandono alla parolache Gesù ha seminato nel cuore, a cui spetta sempre l’ultima parola.
AIUTAMI nella PERSEVERANZA alla chiamata del vangelo
- Quali sono i distacchi necessari per poter seguire Gesù?
- La fede cristiana è una prova di forza?
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
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