ANTENNE DELL’AMORE

ANTENNE DELL’AMORE

ANTENNE DELL’AMORE 563 722 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 22 Maggio 2022  VI Pasqua (Gv 14,23-29)

Vorrei una messa che mi fa credere in Gesù Cristo. Vorrei una predica che mi parlasse di Gesù Cristo. Vorrei una chiesa che credesse in Gesù Cristo. Vorrei essere un semplice Cristiano.

ENZO BIANCHI

Un giorno Gesù, era ospite in casa delle sorelle Marta e Maria a Betania, e rispose a Marta che “di una cosa solo c’è bisogno, l’essenziale di tutto”, questo è l’Amore, che si nutre di un impegno quotidiano che ci eleva e ci matura, in maniera ellittica. L’Amore è un gioco che Dio comunica al Figlio e nello Spirito Santo ed è trasmesso a ogni testimone, per divenire a loro volta trasmettitori dell’amore, nel vangelo, come nella vita, non è un’emozione tenera, è fare spazio, uno sconfinamento che ha senso nel dare.

La Pasqua non è qualcosa accaduta nel passato, noi abbiamo bisogno di riti, ma siamo già nella Pasqua, non ancora realizzata compiutamente in noi, è una realtà in movimento, perchè l’Amore fa entrare in un dinamismo, una sfida che si gioca in questo tornante, dove al turbamento dei discepoli, Gesù risponde con la promessa di rimanere in loro, di dimorare, per chi osserva le sue parole, di fare dono della pace

Gesù ha promesso, Tornerò, e il timore di essere lasciati, abbandonati, ci libera dalla paura di perderlo di vista. L’amore si nutre di separazioni e di distanze, l’esperienza dell’assente solo gli amanti possono capirla, è una realtà profonda, un cammino alla quale anche noi siamo invitati, noi che ascoltiamo la Parola, ecco, l’unicum necessarium, quando la Parola non è solo ascoltata ma anche amata: “In ogni caso, qui l’amore viene definito necessario per la relazione con Gesù. Amare è una parola impegnativa, eppure Gesù la utilizza, leggendo la relazione con il discepolo non solo nella fede, nell’obbedienza all’insegnamento, nella sequela, ma anche nell’amore” (E.B.).

I discepoli si ricorderanno, “come un innamorato ricorda le parole dell’amata” (E.R.), facendo memoria grata, egli sarà il compagno inseparabile, lo Spirito Santo, a ravvivare e rendere presente la Presenza, che non è un semplice ricordo, al costo però di rimanere attaccati al tralcio che rimane sempre unito alla vite, cioè fedeli alla sua parola. Il Risortocontinuerà a fare dono della sua presenza, tenendo in considerazione che la memoria sia un tempio e non una cantina. La sfida sarà quella di entrare in questo gioco dell’amore, che si rinnova, capace di novità e di creatività. 

“Ecco, ritorna il nostro Pastore, viene con la Parola,  viene con gli eventi della storia nei quali,  al di là delle evidenze, viene nella nostra carne che fatica e lotta, ma per essere trasfigurata dalla sua gloriosa venuta”.

(Enzo Bianchi)

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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