FRATELLO! SORELLA!

FRATELLO! SORELLA!

FRATELLO! SORELLA! 2560 1920 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 27 febbraio 2022 VIII Tempo Ordinario (Lc 6,39-45)

Nel momento in cui stendo la riflessione, alle porte dell’Europa è guerra tra la Russia e l’Ucraina e dobbiamo pregare per la pace, temendo il contagio di una estensione, oltre alle tante vittime che produce una guerra. Anche questo evento, come in tante altre parti del mondo ci sembrano molto distanti le parole fratello e sorella. Nella spiritualità cristiana noi ripetiamo le parole fratello e sorella, ma in realtà spesso le relazioni sono falsificate quando l’ipocrisia è sempre in agguato, come in qualsiasi ambiente, per la mancanza di verità e della capacità di autocritica verso se stessi. 

Questione di sguardi

Una serie di metafore raccontate da Gesù al suo uditorio, composto dai discepoli e dalla folla, insegnamenti, fatti diimmagini iperboliche, metafore, dove si connettono le leggi della natura alle leggi dello spirito: un cieco non può guidare un altro ciecola pagliuzza e la travel’albero e i fruttiil discepolo e il maestroGesù parla di terra e di cielo, ammonisce la tentazione del giudizio e della calunnia, vizi mortiferi e capitali di uomini e di donne superficiali che provano un morboso piacere maligno di guardare il male nell’altro e di giustificare le proprie nefandezze. L’alternativa è quella di assumere lo sguardo di Gesù, lo stesso sguardo benedicente di Dio, quando creava, vide che era cosa buonaLo sguardo dipende dal cuore, è il cuore il laboratorio dove si lavora si progetta e si trama che nasconde le tante contraddizioni dell’umano, una oscurità nella quale si è abitati e che rende  ciechi,  che  “moltiplica e non vede le proprie travi” (E. R.). Non solo, a volte ci si erge a maestri o guide religiose, ma si vive nell’ombra, una contraddizione tra quello che si proclama e quello che si vive, una cecità causata dalla superbia e dalla presunzione. 

Sguardi di grazia

Gesù propone sguardi fecondi attraverso un esercizio costante per far fiorire quella bontà e benevolenza nell’umanità la cui sorgente è Dio. Guarda come guarda Dio, con misericordia! La mancanza di sguardi di grazia ha la causa nella cecità che è la condizione di peccato in cui può vivere un uomo, perchè piuttosto di vedere all’interno di sé, giudica gli altri. Non accade soprattutto negli ambienti religiosi? Coinvolge la guida e il discepolo, come quando si è tentati di insegnare agli altri e non si vive quello che viene proclamato, denunciando le mancanze altrui invece delle proprie. Possono provenire discepoli buoni da maestri cattivi? Ecco l’immagine dell’albero, la sua qualità, se è buono, i frutti saranno buoni, se è cattivo, le conseguenze saranno cattive, la legge dello spirito segue le leggi della fisica.

Sguardi coerenti o ipocriti?

Gesù ha sempre messo in guardia dall’ipocrisia, è la mancanza di uno sguardo autentico, perché l’ipocrita è accecato dalla presunzione di ritenersi giusto, e il suo cuore diviene termometro di pochezza spirituale. È l’ipocrisia il più grande pericolo della vita religiosa, e gli ammonimenti evangelici scoperchiano la coerenza tra l’essere e l’agire, tra l’interiorità e l’esteriorità.

Se nelle comunità manca la correzione fraterna è perché l’orgoglio e la superbia accecano, non solo, se manca un umile esercizio di esame della propria coscienza, quello di non sapere o non volere riconoscere il male che vi abita, invece di spiarlo morbosamente nell’altro, si è causa di divisione e di inimicizia. 

Il sinodo intrapreso dalla chiesa è il camminare insieme, l’aiutarsi reciproco, ma fatto di sguardi che assumono la misericordia di Dio, traendo dal vangelo e da una vita buona, il buon tesoro che è nell’intimo: “noi tutti abbiamo un tesoro, è il cuore: da coltivare come un Eden; da spendere come un pane, da custodire con ogni cura perchè è fonte della vita. Allora, non essere avaro del tuo cuore: donalo” (E. R.).

Mi domando se nelle nostre comunità, parrocchie, gruppi, associazioni ecclesiali, se nella società, abbiamo uno sguardo da fratello e da sorella, oppure …

Domande:

•  Cosa significano per me le parole fratello e sorella? • Come guardiamo gli altri?

Impegno: GESÙ, AIUTAMI AD AVER SGUARDI DI MISERICORDIA 

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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