LA VITA È UN AMBONE

LA VITA È UN AMBONE

LA VITA È UN AMBONE 1024 480 Vincenzo Leonardo Manuli

Domenica 6 febbraio 2022 

V Tempo Ordinario (Lc 5,1-11)

L’avventura dei primi discepoli e apostoli, inizia da un fallimento, parte da un angolo umanissimo e laico, un lago, una barca, una pesca infruttuosa, e dal riconoscimento della presenza di Dio, che senza Gesù non si può fare nulla.

Eccomi

La visione di Isaia esprime lo stupore e l’indegnità di fronte alla santità di Dio, sentimento di ogni chiamato ad una vita di donazione, come PietroPaolo: “sono il più piccolo fra gli apostoli”, afferma l’apostolo delle genti. Anche io, spesso mi domando la grandezza di questo dono, quando confesso, quando celebro l’eucaristia, quando annuncio la parola, e vedo la sproporzione tra le richieste della parola e la mia vita. Arriva il momento di una teofania nella nostra vita, il tempo dei bilanci, sempre in rosso; possiamo metterci l’esperienza, il cuore, la capacità, l’intelligenza, la volontà, ma i progetti non si realizzeranno come vorremmo, sentiamo la pochezza della vita. Ricordo ogni tanto quell’Eccomi, inginocchiato, prostrato, davanti a me la croce, e sento la potenza di Dio che supera ogni piccolezza e meschinità della mia esistenza.

Crisi

Gesù sale sulla nostra barca che è vuota naviga nel mare in tempesta, egli “parla la Parola”, e come seme la getta verso terra (la spiaggia) nel cuore degli ascoltatori lì radunati. Come è iniziata la nostra storia con Gesù? In famiglia? In chiesa? Con gli amici? Sulla piazza? Per strada? Da dove ha avuto inizio, l’importante è che sia stato gettato un seme. Sovente Dio entra in una storia difficile, attraverso le crepe della vita, “il Signore ci incontra e ci sceglie ancora come i primi quattro, forse proprio per quella debolezza che sappiamo bene. Fingere di non avere ferite o una storia accidentata, ci rende commedianti della vita. Se uno ha vissuto, ha delle ferite. Se uno è vero, ha delle debolezze e delle crisi” (E. R.). Vorremo allontanare il Signore, ma lui non se ne va, «ce la facciamo da soli», rispondiamo anni stessi, ma lui testardo rimane lì, non cerca uomini e donne perfetti e senza incrinature, vuole collaboratori dal cuore dilatato e umile. 

Prendere il largo

Fidati!, sembra incoraggiarci Gesù che spinge per inoltrarci nel mare aperto, di gettare le reti in mare, di provarci ancora. L’esempio di Simon Pietro è quello di un pescatore esperto, per tutta la notte ha tentato la pesca senza ottenere risultati. Egli sa che non si pesca in pieno giorno, soprattutto se non si è preso nulla durante la notte. Tuttavia quel Gesù che ha parlato lo ha impressionato per la sua exousía; è un uomo affidabile e merita fiducia e obbedienza, Pietro si fida e il risultato è sbalorditivo. Quello che intende fare Gesù è portare noi tutti su un altro piano, a non guardare il nostro peccato, sarà lui a distruggerlo. Lui non ha paura dei nostri peccati, non teme il vuoto di ieri ma conta il bene possibile di oggi, di domani, dà fiducia, ti rialza e la vita riparte. Ci affida il suo amore, è questo il miracolo quotidiano, lo straordinario non sta nella raccolta di nuovi e abbondanti pesci ma nella fiducia e nell’abbandono in lui, a non lasciarsi impressionare dalle nostre debolezze, e ci spinge in un sogno, “cieli nuovi e terre nuove”, ci fa sconfinare e ribalta il mondo. La vita è fatta di stagioni, e quando all’orizzonte si succede una nuova, cioè una finisce e ne comincia un’altra, si apre un nuovo cammino per non pensare che sarà come prima o sarà peggio; tuttavia occorre rinnovare la fiducia, ricominciare, rinforzare la speranza, per rendere luminosi l’occhio e il cuore, e non pensare al passato: Tu avrai fatto ciò che dovevi fare.

Domande:

•  Preferisco larghi orizzonti o le mie sicurezze? • Quali sono i peccati che mi spaventano?

Impegno: 

GESÙ, AIUTAMI A NON AVER PAURA DEL MARE DELLA VITA E A PRENDERE IL LARGO

Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.

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