Domenica della Santa Famiglia di Nazareth
26 dicembre 2021 (Lc 1,41-52)
La famiglia è il luogo degli affetti, dell’amore, del servizio, del perdono: quella di Nazareth, Giuseppe, Maria e Gesù, diviene esemplare perché è l’icona della ferialità, della semplicità, dell’umiltà. Questa domenica domina il tema della famiglia, qui c’è un percorso dove Maria e Giuseppe divengono educatori e discepoli della volontà di Dio.
Il mistero dell’incarnazione
La famiglia di Nazareth non è una famiglia perfetta, vive i momenti di crisi, di smarrimento, non dobbiamo sorprenderci, perché probabilmente siamo abituati a pensare che tutto funzionava bene. Da Nazareth a Betlemme, alla fuga in Egitto, il ritorno a Nazareth, il pellegrinaggio a Gerusalemme per rientrare di nuovo a Nazareth, dalla nascita all’adolescenza di Gesù, c’è una crescita di questa famiglia, tra angoscia e stupore, e il figlio di Dio viveva sottomesso e in relazione con Padre. Erano tutte cose che Maria meditava nel suo cuore, e questo ci può aiutare a comprendere che il progetto di Dio progressivamente prendeva corpo nella quotidianità di una famiglia semplice e nella carne di Gesù che lui ha abitato per vivere in mezzo agli uomini e alle donne.
La biblioteca delle relazioni
C’è la forza della vita nella famiglia, nucleo fondamentale della società, purtroppo maltrattata e bistrattata, essa è illuogo dove c’è lotta, fatica, sacrificio, sudore, gioie, dolori, incomprensioni, tuttavia si cresce nelle relazioni, nella prossimità, ordinati l’uno per l’altro, senza fuggire dai problemi, senza addossare colpe, ognuno con la propria responsabilità. Nella famiglia si matura e si impara giorno dopo giorno a diventare genitori, così come si impara a diventare figli, e solo nello stile dell’ascolto si apprende la vita. La festa di oggi non solo fa memoria dell’incarnazione di Dio, ogni famiglia diviene dimora di Dio, sacramento della sua presenza, laddove regnano l’amore, l’aiuto reciproco, dove si fa esperienza della bellezza dell’uomo e della donna chiamati ad una comunione di vita, nel quale si vive la reciproca condivisione di sogni, desideri e progetti.
La casa
La festa della santa Famiglia risveglia nella nostra società il valore peculiare e la sacralità di questo bene inestimabile, focolare dell’amore. Non esistono famiglie perfette, è il tempo che costruisce il racconto dell’amore dove si alternano giorni tranquilli e momenti drammatici. Nazareth è un insegnamento che nulla è impossibile a Dio, in questo luogo dove tutto è abbracciabile, nel quale si custodiscono gesti, parole e domande, qui Giuseppe e Maria divengono per Gesù maestri di vita, e la quotidianità è il luogo del magistero, dove si apprende l’arte della felicità. Nella casa Dio si incarna, ci sfiora, ci forma, nel volto, nei gesti, nello sguardo, affermando: io mi prenderò cura di te, nelle parole del marito verso la moglie e viceversa, dei genitori verso i figli e di loro medesimi verso chi li hanno generati, ricordando uno dei primi comandamenti: Onora tuo padre e tua madre, così si onora la vita e anche Dio.
Io in famiglia, con mia mamma e mio papà, con mia nonna, mio fratello e mia sorella, ho imparato cosa vuol dire la carità, l’attenzione verso l’altro, l’onestà, la pazienza, l’umiltà, la preghiera, e la fede semplice in Dio, l’attenzione verso il prossimo, la misericordia, tutto, in una famiglia semplice che il Signore ha costruito.
Domande
- Prego Dio nella mia famiglia? – Come affronto i momenti di crisi?
KIRYOS, AIUTAMI A PRENDERMI CURA DEI MIEI AFFETTI PIÙ PROSSIMI
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
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