Non sono che un uomo

Non sono che un uomo

Non sono che un uomo 1599 1200 Vincenzo Leonardo Manuli

“Non sono che un uomo”,  con la sua consueta schiettezza si qualificava padre Ernesto Balducci, una espressione che esprime vastità e piccolezza, soprattutto di fronte a circostanze, gesti, abissi interiori, quel fiume carsico, che conosce solo il Progettista della vita. Non sono che un uomo, che vive, lotta, si espone, cade, si rialza, invoca, prega, ricerca, fallisce, piange, rende ragione della sua esistenza. Non sono che un uomo. Ero indeciso se scrivere o meno qualche pensiero sul caro collega Luigi Mamone, allora ho deciso, partendo dalla nostra umanità, un po’ confuso, sorpreso, non ho avuto il tempo di dirgli grazie, dell’attenzione che ha sempre riservato nei miei confronti, disponibile, attento, umile nel confidarsi e chiedermi qualche consiglio, spesso ironico. Devo dire che fuori dal mio recinto spesso incontro persone di una rara umanità come Luigi. Sinceramente lo conoscevo poco, scambiavamo qualche pensiero, un uomo rispettoso, del quale ammiravo i suoi articoli, le sue escursioni, gli interventi e amavo lasciarmi intervistare per le sue provocazioni. “Dammi una benedizione ..” mi disse un giorno al telefono prima di svolgere un compito. Mi faceva piacere che mi consultava, mi confidava qualche disagio. Anche l’altro giorno, ho fatto quanto mi competeva, una benedizione, senza capire le ragioni che noi non conosciamo e che portano a compiere un salto che non potremo mai spiegare. Non sono che un uomo, questo ci rivela la vita, un uomo ferito, amante della libertà, eretico nel non adeguarsi al sistema dominante di pensiero, unico, senza giudicare le scelte che nessuno può capire per l’insondabilità del cuore, e nessun cardiologo al mondo potrebbe scoprire. Dovevo assolutamente scrivere alcuni pensieri, soprattutto nel rinnovare il mio grazie, con sentimenti di prossimità alla famiglia e a tutte quelle persone che gli sono stati amici e che oggi piangono la sua morte. Non siamo che uomini, in questa vita di passaggio, breve, bella e sfigurata, e resta il bene fatto, la carezza donata e ricevuta, il sorriso e la mano tesa, ma anche una richiesta di perdono, se non abbiamo volutamente o inconsapevolmente ascoltato il grido dell’uomo. 

Ciao Luigi. Ad-Dio.

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