Pablito nel mito dei goleador

Pablito nel mito dei goleador

Pablito nel mito dei goleador 1200 675 Vincenzo Leonardo Manuli

Altri tempi

Era il 1982, ricordo che ero seduto sulla scrivania a fare i compiti e partecipavo udendo urla di gioia: c’era la partita del mondiale in Spagna, si parlava di Paolo Rossi, segnava, faceva esultare, sperare. Ero poco più che un adolescente, nove anni, e il pallone è una passione forte in Italia, coinvolge emozioni e interessi economici, ancora non capivo l’importanza di un mondiale di calcio per una nazione, ma vedevo le persone felici. Poi mi sono interessato di più, Paolo, è diventato famoso, ha fatto vincere il mondiale di calcio con i suoi goal, ed è stato un campione nel campo e nella vita, anche passando attraverso incomprensioni, si è rialzato ed è stato fino alla fine un uomo e un professionista serio e garbato. 

Ricordi

I nostri ricordi sono legati a questi fatti storici, belli, sportivi, di un calcio che non c’è più: altri tempi, di attaccamento alla maglia, ai colori, la fedeltà, mentre oggi, conta lo stipendio, gli sponsor, gli ingaggi, i premi, e poi il doping, il calcio scommesse, i diritti tv. È tutto divenuto più complesso, è venuto meno lo spirito autentico, l’amore per il pallone, per la propria squadra, per la nazionale, la passione e la dedizione per un ideale.

Esempi

Oggi c’è bisogno di esempi, di punti di riferimento, Paolo, è stato un uomo defilato, ha attraversato prove nella vita che ha superato, e quando si salgono i gradini più alti si è più in vista, si sta al centro dell’attenzione, ma ha saputo superare questi brutti momenti. Io lo definirei un paradigma di resilienza. La sua malattia, è stata terribile, non ha fatto nessun clamore, e lui l’ha vissuta con discrezione, come era il suo carattere, con accettazione, e noi non dimenticheremo la sua chioma grigia, il suo urlo, i suoi piedi che sapevano colpire il bersaglio.

Paolo, alias Pablito, rimarrà un mito, un esempio, un insegnamento, perché un calciatore è anche un uomo, con i suoi limiti e con le sue qualità, e dovremmo essere tutti più realisti, tuttavia, abbiamo bisogno di vedere non personaggi, ma finzione, ipocrisia, persone che puntano solo alla carriera, alla fama, ma ci sono esempi che hanno accompagnato alle glorie le virtù e che incoraggiano e donano speranza, in un mondo distratto e interessato solo a valori effimeri.

È  passato un anno dalla tua morte Paolo, ti ricordo e ti auguro quello che auguro anche a me, di contemplare la bellezza di quel Volto eterno e che tutti noi aspiriamo, l’Amore, come un pallone, un cerchio rotondo infinito e divertente. 

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